La penna degli Altri 24/09/2012 12:47
Fuorilegge
Il caso di Cagliari-Roma, rinviata nella notte per problemi di ordine pubblico, e del presidente Massimo Cellino, che organizza partite di calcio con la stessa disinvoltura delle esibizioni dei Maurilios, la sua rock band, è culminato col totale isolamento e abbandono del dirigente stesso. Che vede profilarsi una pesante squalifica per lui (un anno?) e uninevitabile sconfitta a tavolino (0-3) per il suo Cagliari. Per non ipotizzare di peggio: una penalizzazione, il degradamento quale alto rappresentante della Federcalcio, e pure una denuncia penale. Il presidente della Figc Giancarlo Abete, che Cellino si ritrova a fianco addirittura in consiglio federale essendo stato scelto quale rappresentante dei club di A nel massimo consesso del football italiano, per una volta ha gettato la livella dei giudizi. «Il suo comportamento è inaccettabile, provoca un danno dimmagine a tutto il calcio italiano. Quello che è successo a Cagliari trasferisce persino allestero unimmagine negativa. E incredibile, inaccettabile e sconcertante. Si è andati alla sfida con le autorità di pubblica sicurezza: un atto da sanzionare anche oltre i limiti della giustizia sportiva». Lufficio di giustizia sportiva della Federcalcio ha aperto, come si dice, unindagine. Ma listigazione di Cellino a violare le porte chiuse rischia conseguenze anche dal punto di vista penale. Cosa è successo ha un lungo prologo addirittura nello scorso campionato.
Labbandono del vecchio e glorioso, ma anche ormai marcio, SantElia; il contenzioso con il Comune che imputa a Cellino di non aver rispettato gli accordi; le mire del presidente su altre aree in cui costruire uno stadio - e supermercati, palazzine e così via - lallucinante trasferimento del Cagliari a Trieste e poi la decisione di traslocare allo stadio Is Arenas di Quartu SantElena. Con lavori frettolosi per adeguare limpianto alla A e senza ottenere fino a ora lagibilità tanto da avervi già giocato a porte chiuse la prima partita con lAtalanta. Poi cè lepilogo: la decisione d giocare Cagliari-Roma a porte chiuse; Cellino che da Miami detta un comunicato delirante e a sberleffo delle autorità invita il pubblico a presentarsi allo stadio; lo stop del prefetto che proprio a causa di quellirresponsabile intervento ferma la ridicola, e pericolosa, farsa. La Roma di Zeman e Baldini è rientrata ieri sconcertata e col ricorso per lo 0-3 a tavolino in tasca. Nella nota dell prefetto di Cagliari Giuseppe Balsamo, la chiave.
«La decisione del rinvio - è scritto - si è resa necessaria per l'urgente e grave necessità di prevenire ogni forma di turbativa dell'ordine e della sicurezza pubblica conseguente alle reazioni emotive irrazionali e inconsulte ingenerate dall'invito formulato dal Presidente del Cagliari Calcio». Un rinvio è per cause di forza maggiore, qui invece cè una responsabilità evidente, non si è giocato per il comportamento di Cellino. Quindi il rinvio per ora è solo virtuale e se il giudice sportivo non decidesse subito per lo 0-3 a tavolino, il ricorso preannunciato dalla Roma comincerebbe il suo iter. «La parte più difficile - ha detto il manager Baldini - è stato spiegare quello che è successo ai giocatori nuovi. Una situazione tra il ridicolo e il tragico ». Caustico anche Zeman: «Queste cose succedono solo in Italia, se ci sono delle regole vanno rispettate. E una questione culturale». Mentre già cominciavano a girare voci in città di disimpegno dal club e addirittura di un fantascientifico ritiro dal campionato, Cellino ha dato la sua versione: «Ho invitato la gente ad andare allo stadio per evitare che ci fossero solo gli ultras, e nella convinzione poi che gli abbonati potessero entrare. Così di fatto ho evitato il caos». Una risposta anche ad Abete: «Non sono io la vergogna del calcio. In 21 anni mai deferito per passaporti, doping e falsi in bilancio. Per gli altri invece i fatti parlano da soli. Io difendo solo i sardi».