La penna degli Altri 02/09/2012 11:07

De Rossi e quel vizio contro l'Inter

AVANTI - non è tipo, ormai, da potersi fermare a sentire tutto e tutti. Ha imparato a conoscere le dinamiche del calcio e di Roma, ha preferito restare in giallorosso l’anno scorso, quando la possibilità di poter salutare tutti era più che concreta. Il risultato di un atteggiamento del genere è stato l’Europeo ucraino-polacco, giocato da campione assoluto, senza limiti di ruoli, posizioni, indicazioni tattiche varie. Perché quando si è si è giocatore: la conoscenza dei tempi di gioco è tale da poter occupare qualsiasi zona del campo, anche quella che solitamente è del centrale difensivo, modalità in cui è sembrato perfettamente a suo agio. Con tutta probabilità il centrocampista giallorosso si sposterà anche stasera a San Siro: dopo aver esordito nella naturale posizione di mediano centrale, alla prima contro il Catania domenica scorsa, con l’Inter potrebbe giocare intermedio, come fatto spesso con la maglia azzurra dell’Italia. Mezz’ala di destra, per arginare il dirimpettaio Cambiasso (mentre i compagni Tachtsidis e se la vedranno rispettivamente con Gargano e Guarin) e per dare buona copertura a . (...)
 
GOL - Contro l’Inter, in una partita che fino a tre stagioni fa, almeno per cinque anni, ha significato dominio del calcio italiano, spesso si esalta. Quella nerazzurra è la squadra a cui ha segnato il maggior numero di gol: ben 6 reti tra campionato, Coppa Italia e Supercoppa italiana. E nel momento in cui il dibattito si è incentrato sulla non perfetta adattabilità al ruolo di regista zemaniano, per si è parlato subito della possibilità di tornare a giocare più vicino alla porta avversaria, non centrale difensivo aggiunto (che scala tra i due centrali) come lo utilizzava Luis Enrique. Il discorso si intreccia sempre sulle solite considerazioni: non è più lui, quando era più giovane arrivava al tiro, andava a saltare di testa, segnava. La possibilità di giocare da intermedio può tradursi anche e soprattutto in tutto ciò. La presenza nell’organico giallorosso di un giocatore come il greco Tachtsidis, voluto espressamente e fortemente da Zeman, può liberare dal ruolo che «mi piace tantissimo, lì sono al centro del gioco» . Queste erano le parole di nell’epoca di Luis Enrique. (...)
 
FORZA - Il discorso però, come lo giri lo giri, cambia sempre poco: la Roma con è una cosa, senza è tutta un’altra. E in questo caso la questione tecnica - anche se al centrocampista non farà poi così piacere - c’entra fino a un certo punto. , insieme a (e ora anche a ) è la Roma, vive la maglia come la sua seconda pelle. Contro il Catania, una settimana fa, ha fornito l’assist per la mezza rovesciata volante di Osvaldo; ma ancor di più ha esultato ai gol giallorossi come fosse in tribuna, o in curva, da tifoso vero. Eccolo, allora, oltre alle straordinarie doti tecniche e fisiche, il valore aggiunto che nessun altro sostituto avrebbe potuto portare in eredità: e la Roma sono una cosa sola. (...)