La penna degli Altri 26/09/2012 10:27
Ciro, ricordi questa sentenza?

Unaccusa grave, da codice penale, da querela per diffamazione. Ovviamente, una querela di Zeman contro Ferrara. Perché - e il buon Ciro si rassegni - non è stato certo il tecnico della Roma a stabilire nel 2007 che «dal luglio del 1994 al settembre del 1998» la Juventus aveva fatto assunzione di medicinali «in esecuzione del medesimo disegno criminoso». Non sono parole di Zeman, ma della Corte di Cassazione. Con la sentenza n. 21324, la seconda sezione penale accertò la frode sportiva. Secondo i giudici della Suprema Corte, il doping del club bianconero avveniva appunto attraverso lillecita somministrazione di farmaci, tranne leritropoietina. La Cassazione annulla la sentenza in Appello di assoluzione per lamministratore delegato Antonio Giraudo e il medico della Juve, Riccardo Agricola, ma la prescrizione evitò a entrambi un processo che a quel punto sarebbe dovuto ricominciare daccapo. Ma la macchia sui tre scudetti bianconeri - 1994/95, 1996/97 e 1997/98 - resterà per sempre.
E non certo per colpa di Zeman. Non solo. Estate 1998, è il 25 luglio, la Roma è in ritiro a Predazzo. Lombra del doping è appena calata sul Tour de France, Facebook e Twitter non esistono, gli smartphone neppure, ma una dichiarazione di Zeman è talmente forte da fare immediatamente il giro dItalia, se non dEuropa. «Il calcio sta cambiando. Purtroppo, aggiungo io... Io vorrei - dice il Maestro - che il calcio uscisse dalle farmacie e dagli uffici finanziari e rimanesse soltanto sport e divertimento». È linizio della fine. Per gli altri. A Torino, il pm Raffaele Guariniello apre uninchiesta, inizia ad indagare, chiede a Zeman cosa sa. A ottobre, però, accade qualcosa di gravissimo. Accade a Roma. Si scopre che il laboratorio antidoping del Coni non funziona, non esamina, non è antidoping, è antiniente e che di acido cè solo il clima che ormai circonda Zeman, il grande accusatore. Lo scandalo travolge lallora presidente del Coni. Mario Pescante si dimette, il laboratorio viene chiuso e si comincia a capire che il problema non è il grande accusatore. Ma gli accusati. Che il problema non è Zeman. Ma il calcio nelle farmacie, i sistemi di controllo antidoping, Agricola, la Juventus e quei tre scudetti malati, ai quali ne sono seguiti un altro paio calciopolizzati, scartavetrati dalle maglie bianconere a forza di sentenze. Ferrara si arrenda. A condannare la Juve ci ha pensato la giustizia. Non Zeman.