La penna degli Altri 21/09/2012 11:44

A Cagliari senza spettatori

E poi c’è quella del Cagliari? Macché. L’ultimo comunicato del club risale a tre giorni fa ed è la «presa d’atto» dell’altolà della Commissione: i sindacati di polizia hanno ragione, non ci sono le condizioni di sicurezza per far entrare il pubblico. «Le criticità da ultimo emerse - scriveva il Cagliari martedì - sembrano essere frutto di malintesi con le Autorità Pubbliche preposte, che si confida di poter risolvere nei prossimi giorni». Malintesi? Già. Ma quali? Nessuno in apparenza. La Commissione aveva preso semplicemente atto di una situazione divenuta ormai insostenibile, o quantomeno dichiarata tale dalle forze dell’ordine. «L’impianto di Is Arenas così com’è - tuonava il segretario regionale del Siulp, il sindacato italiano unitario dei lavoratori della Polizia, Salvatore Deidda - non rispetta minimamente quanto stabilito dal Decreto Pisanu e domenica siamo pronti a mobilitarci, non per andare a tifare il Cagliari, ma per protestare per ricordare che gli agenti di polizia vanno alle partite a garantire che la manifestazione calcistica si svolga nel pieno della sicurezza e non a vigilare su strade, transenne e reti metalliche»

. La successiva determinazione dell’Osservatorio, la numero 32, è stata una logica conseguenza di un illogico stato di cose. Illogico, perché è illogico che ci si accorga alla quarta di campionato che un club di Serie A - Serie A, mica Eccellenza - gioca in uno stadio che non possiede i requisiti di sicurezza minimi, indispensabili, per l’ex campionato più bello del mondo. Eppure, il Cagliari ha temporeggiato. Anzi, sta temporeggiando ancora. Alla Roma importa relativamente poco, perché in ogni caso il settore ospiti sarebbe stato chiuso. Per il club giallorosso era fondamentale non giocare a Trieste. E così sarà.