La penna degli Altri 23/08/2012 10:37

Se la giustizia genera solo confusione

Secondo paradosso. Uno dei giudici racconta in diretta radiofonica il perché dell’errore. Mai visto un giudice che esce da un tribunale e commenta la propria sentenza. Mai visto però nemmeno un giudice che spiega di aver lasciato inalterata la condanna perché nel frattempo è stato ravvisato un reato molto più grave. In sostanza è stato prosciolto perché nel primo caso non c’era più reato, ma è stato ritenuto «inevitabilmente» coinvolto nell’illecito (conclamato) tra AlbinoLeffe e Siena. Mezza accusa è saltata, ma una ancora più grave sarebbe diventata evidente. Allora cosa si fa? Non si tocca nulla, tanto alla fine i mesi di sarebbero stati più o meno gli stessi. Inutile assumersi la responsabilità di cambiare accusa, aggiungerne una più grave, smentire tutti i colleghi.

Si fa solo sapere che e la devono stare tranquilli perché avrebbe potuto andare molto peggio. Il risultato finale è che abbiamo solo colpevoli. Il procuratore federale Palazzi per aver sfiorato l’illecito di senza avere avuto il coraggio di affrontarlo. I giudici di prima istanza perché hanno accettato le due omesse denunce proposte dal procuratore senza farsi venire altri dubbi. I giudici di appello perché hanno rovesciato il tavolo senza cambiare la partita. E infine che ha sbagliato certamente qualcosa, ma non è ancora chiaro cosa. Si è parlato spesso in questi giorni di come cambiare la giustizia sportiva, l’unica forse veramente seguita dalla gente. Si è parlato di tempi e di mezzi, di opportunità impossibili, dimenticando gli uomini. Sono gli uomini che hanno coraggio o paura, che danno senso alle leggi, non viceversa. Non prendiamocela solo con il fine, prendiamocela con i mezzi. Cominciamo a cambiare gli uomini di questa giustizia, poi qualcuno valuterà davvero quanto sarà possibile cambiare la giustizia.