La penna degli Altri 25/08/2012 11:03

Infinito Totti: il 10 a caccia di nuovi record





GOL

In principio erano perle sporadiche, poi la potenza dei suoi numeri ha messo in imbarazzo anche i bomber di razza: rapporto complesso e affascinante, quello tra e i gol. Il capitano è il marcatore più prolifico della serie A tra quelli in attività, il quinto nella classifica di tutti i tempi: 215 reti in campionato, 279 con le coppe e la Nazionale, Roberto Baggio staccato di dieci, Josè Altafini avanti di una sola lunghezza. I bookmakers farebbero bene a tenere bassissime le quote del sorpasso anche su Giuseppe Meazza e Gunnar Nordhal, fermi rispettivamente a 220 e 225 acuti. Il re dei goleador è Silvio Piola, 290 centri: con di mezzo è meglio dire che l’aggancio è difficilissimo, piuttosto che impossibile. (...)






ALLENATORI

C‘è un padre e un mentore, un maestro e un sergente, un compagno e un veggente. E anche uno che di capì poco. Venti allenatori, tra Roma, Under 21 e Nazionale, inclusi quelli della travagliatissima stagione post Capello.


fa il suo esordio in serie A con Vujadin Boskov, il 28 marzo 1993. Poi venne Carletto Mazzone: bastone, carota e un affetto smisurato. L‘incubo del numero 10 ha il volto di Carlos Bianchi, lo stregone argentino che avrebbe spedito Francesco alla Sampdoria senza esitazioni: a fare le valigie per fortuna fu il tecnico, a distanza di pochi mesi il campione acerbo incontrò Zdenek Zeman. Così diversi, il
e il boemo, almeno in apparenza. Il feeling fu immediato, la crescita anche: il capitano non lo dimenticherà mai.


Il terzo scudetto della storia romanista, il primo vero successo di , non bastò a fare di Capello l‘allenatore prediletto. Spalletti è l‘uomo che lo proiettò verso i record di gol; Lippi quello che gli diede la Coppa del Mondo. Con Ranieri il rapporto fu complicato, altra intesa con Montella. Con Luis Enrique traumatico fu l‘avvio, la stima non venne meno.




RUOLI

Seconda punta, attaccante di sinistra, rifinitore, trequartista, centravanti. Ma soprattutto numero dieci, un numero che raccoglie ed esprime compiutamente il ruolo di nella Roma. Ruolo: campione, faro della squadra, ispiratore e anche finalizzatore della manovra d’attacco. Forse il miglior assist man di sempre in Italia, forse come il grande Gianni Rivera che però non aveva la potenza di Francesco e soprattutto non segnava come e quanto lui.


Curiosamente, con Zeman ritrova un ruolo che aveva lasciato 13 anni fa con il boemo: attaccante di sinistra nei tre davanti. Capello lo faceva giocare da rifinitore, dietro le punte. Spalletti gli ritagliò invece l’inedito ruolo di centravanti atipico: un po’ rifinitore per gli altri, un po’ goleador.[...]



INFORTUNI

Il primo infortunio serio non si scorda mai. Quello a cui Tottì andò incontro il 19 febbraio 2006 fu da brividi. La Roma gioca all’Olimpico con l’Empoli, il difensore Vanigli entra da dietro sul dieci: il risultato è una frattura al livello del terzo medio del perone sinistro, con associata lesione capsulo-legamentosa complessa del collo del piede sinistro. Tradotto: intervento chirurgico, placca e tante viti, Mondiale a rischio, qualcuno sospetta anche la carriera. Quattro mesi dopo, Francesco parte con l’Italia in Germania, dove alzerà la Coppa del Mondo: il mito del campione indolente viene sostituito da quello dell’uomo capace di bruciare le tappe con la tenacia e una struttura fisica fuori dal comune. Bruciare le tappe è diventata la specialità di [...]





NAZIONALE

Arrivò al mondiale tedesco del 2006 in condizioni a dir poco approssimative, appena riemerso dal primo, bruttissimo infortunio che gli aveva martoriato la caviglia sinistra. Francesco aveva dentro di sè ancora la rabbia per il mondiale precedente, quello “rubato” all’Italia dall’arbitro Byron Moreno negli ottavi contro i padroni di casa.

Marcello Lippi sfidò parte della critica e portò comunque il capitano giallorosso in Germania pur sapendo che non era al meglio. Francesco ripagò la fiducia dando il massimo di quel che poteva in quella situazione e soprattutto, prendendosi la responsabilità di tirare (e segnare) a tempo praticamente scaduto, il rigore contro l’Australia agli ottavi di finale. 58 presenze e 9 gol in nazionale, ma soprattutto campione del mondo nel 2006.






Dice di Vito Scala: «E’ un amico, un fratello, uno che mi ha dato i consigli giusti, sempre, anche quando ho sbagliato». Dice Vito Scala di : «Lo conosco da quando aveva dodici anni: era un bambino ora è un padre di famiglia con due figli. Il nostro è un rapporto di sangue. Ci capiamo con un’occhiata e agiamo di conseguenza».


Francesco e Vito, il campione e il di una vita. Per la vita. Un feeling incorruttibile, una presenza costante: Scala è stato al fianco di lungo tutta la carriera, lo ha sostenuto nei momenti più delicati e ha condiviso i successi con la Roma e la Nazionale: «Tanti anni assieme li passi solo con un famigliare, come io del resto lo considero. Sarebbe impossibile ripetere il percorso con un altro ragazzo». Scala in realtà sarebbe disposto a fare un’ eccezione per il piccolo Cristian. Cristian .




FAMIGLIA

Da a Ambasciatore Unicef il passo non è stato breve, ma è anche vero che è stato bravo anche a gestire la sua immagine pubblica, sempre più esposta a livello mediatico. Bravo e intelligente, basti pensare al libro delle barzellette grazie al quale rovesciava ironicamente e autoironicamente l’immagine che i suoi detrattori davano di lui, un po’ bulla, un po’ troppo romanesca.


Ma grazie alle salde radici familiari radicate a Porta Metronia e dintorni, Francesco ha saputo vivere il gossip legato alla sua vita con leggerezza. Dai primi flirt fino al matrimonio da favola con Ilary Blasi, che gli ha dato due splendidi figli