La penna degli Altri 22/08/2012 10:04
De Rossi: «La mia scelta lho fatta 30 anni fa e ribadita col nuovo contratto. Zeman un grande. Possiamo vincere»
Nessuno ha mai annunciato chiaramente che De Rossi resterà alla Roma. La Roma sta pensando di venderla davanti alla famosa offerta che non si può rifiutare?
«Per correttezza non posso rispondere. Bisogna chiedere alla società, è giusto che risponda la società. Ma io credo che la Roma punti molto su di me».
E se le comunicassero che la Roma la vuole vendere?
«In base alla motivazione, ragionerei. Io ho sempre detto a tutti che voglio stare qui. Se mi dicessero che lallenatore non mi vuole, che non vado più bene, che guadagno troppo oppure che cè bisogno di soldi, parleremmo. Nesta andò via dalla Lazio per rispetto del club che viveva un momento difficile. Ma non mi sembra questo il caso. Ci tengo a dire una cosa: non ho mai chiesto di andare via e per questo sono qui a parlare. Il giorno che vorrò andare via dalla Roma verrò in sala stampa e lo dirò, prendendomi le responsabilità che spettano a un uomo di trentanni. Ora voglio continuare e lho dimostrato: ho fatto 18 giorni di vacanza e non ho mai saltato una ripetuta in allenamento.(...)
Quante squadre lhanno cercata oltre al City?
«Potrei fare altri nomi ma una vera e propria offerta mi è arrivata solo da loro. Anche durante lEuropeo».
E vero che Mancini lha minacciata prospettandole di chiudere la carriera con pochi trofei come Totti?
«E una bugia. Mancini stima a tal punto Francesco che certe cose non potrebbe pensarle. E poi è vero che Francesco, che ha un talento molto superiore al mio, rischia di arrivare alla fine della carriera con uno scudetto, che avrebbe potuto fare incetta di titoli andando in altri club, ma a me viene da dire: magari... Non si può sempre vincere, ma nemmeno sempre perdere. Prima o poi, da qui ai cinque anni del mio contratto, arriverà anche il momento della Roma».
Le dà fastidio non essere dichiarato incedibile da Sabatini?
«No, il discorso è sacrosanto. Sono stati venduti Zidane, Cristiano Ronaldo, Ibrahimovic, figuriamoci se io non posso essere messo in discussione. Sono un calciatore forte ma non un fenomeno. Poi per i tifosi il discorso è diverso, si è visto laltra sera allo stadio quanto mi siano vicini. Ma io vorrei essere considerato importante perché sono bravo, non perché sono romano».
I tifosi però potrebbero rinfacciarle il fantastico stipendio al primo errore.
«Ci può stare, il tifoso moderno è anche un po commercialista... E ci saranno anche gufi pronti a criticarmi. Ma di questo non sono preoccupato».
Si è sussurrato di un rapporto freddino con Zeman.
«Falso. Mai avuto difficoltà con lui. Sono sincero: sono molto dispiaciuto delladdio di Luis Enrique, resto convinto che sia un grandissimo allenatore, con lui eravamo in totale sintonia sia calcistica che umana. E avrei preferito che il successore fosse Montella, perché lo conosco e perché lo considero un ottimo tecnico. Avevo paura di avere problemi con Zeman, me lo immaginavo un tipo musone, troppo serio. Invece ho scoperto una bellissima persona e un professionista splendido: è stimolante il lavoro con lui, anche se non ho mai faticato tanto in vita mia».
Alla fine dello scorso campionato aveva chiesto investimenti di livello. Ritiene che la squadra sia stata adeguatamente rinforzata?
«Sì, sono soddisfatto, è stato fatto ciò che volevo. Sono arrivati giocatori molto bravi che possono formare un gruppo importante. Mi dispiace che siano partiti ragazzi come Cassetti, Heinze, Pizarro, che sono stati pilastri della squadra. Lo zoccolo duro della Roma si sta sgretolando, penso anche a Borriello che sembra sia sul punto di lasciarci (è una notizia?, ndr), ma è stato acquistato materiale calcistico e umano importante».
Lanno scorso si è parlato di stagione di transizione. Questanno siete pronti a dichiarare un obiettivo ambizioso?
«Nello scorso campionato non mi è piaciuto che si dicessero certe cose quando eravamo a tre punti dalla Champions League. Questo inconsciamente può aver creato degli alibi ai giocatori, a me per primo. Per questanno dico che il divario con le prime si è assottigliato, ci siamo rafforzati più di altre squadre. La sensazione è di poter fare una grande stagione».
Roma da scudetto allora.
«Non lo so, non mi sento di essere così esplicito. La Juventus mi sembra ancora leggermente superiore. Ma poi non sempre la squadra più forte vince. Lo sa bene proprio la Juve che ha vinto il campionato partendo da un settimo posto (come la Roma di oggi, ndr) contro il Milan che era il netto favorito».
Almeno la Champions League si può considerare raggiungibile?
«Niente obiettivi. Rischieremmo di fare una brutta figura doppia, come in passato. Di sicuro la volontà è tornare in Champions. E una competizione troppo bella e importante. E dopo un Europeo giocato bene, credo, mi sono reso conto ancora di più di quanto mi manchino certe partite».
Non teme che le polemiche tra Zeman e la Juve possano danneggiare la Roma?
«No, sono passati quei tempi. Vedo però dalla Supercoppa che si ricomincia con un clima acceso. Giochiamoci questo campionato. Quanto a me, considero la Juve una rivale sportiva ma non provo odio: in quella squadra giocano tanti miei amici. Amici veri, non colleghi».
Tra i nuovi acquisti, chi lha sorpresa di più?
«Nessuno in particolare. Molti si conoscevano: Destro, Balzaretti, lo stesso Bradley. Ecco, semmai Piris e Tachtsidis si stanno dimostrando molto bravi. Nemmeno Romagnoli è una scoperta: mio padre, che allena la Primavera, me laveva segnalato. Ma non dimentico quelli che cerano lanno scorso: con questo allenatore giocatori come Lamela, Bojan e Osvaldo hanno il potenziale per fare cose incredibili».
Con Zeman migliorerà anche De Rossi?
«Lo spero. Non ci saranno così tante differenze rispetto al calcio di Luis Enrique, mica mi verranno chieste le capriole. Con i mille movimenti degli attaccanti potrò fare più assist e magari, quando sarò utilizzato da interno, anche più gol».
E pronto a fare anche il difensore centrale?
«Se serve sì. Anzi, siccome mi pagano tanto è giusto che copra diversi ruoli: prenderò mezzo stipendio da difensore e mezzo da centrocampista»