La penna degli Altri 18/08/2012 11:01

Anima e leader del centrocampo. Uomo ovunque

UOMO OVUNQUE - Detto del peso specifico a livello caratteriale (Daniele è comunque un leader naturale in mezzo al campo), va anche detto cosa la Roma andrebbe a perdere sotto il profilo più squisitamente tecnico-tattico. è un centrocampista completo, che può giocare in ogni zona della metà campo e che lavora alla grande anche in fase offensiva e difensiva. (...)
 
RUOLO - Semmai ci si può interrogare sul vero ruolo di partenza, la posizione in cui può far valere al meglio le sue caratteristiche. Intanto non dimentichiamo che fino agli allievi il ragazzo di Ostia giocava centravanti. Poi si è trasformato in interno di centrocampo, una volta si diceva mediano di spinta. E in questo ruolo lo fece debuttare Fabio Capello in serie A. Ruolo che Daniele ha sempre interpretato alla grande in nazionale avendo come regista centrale l’inossidabile Pirlo. E nella Roma di Spalletti, pur dividendo il compito dell’impostazione con Pizarro, in realtà è stato sempre a dare gli strappi in verticale per accelerare l’azione.
 

Zeman, l’uomo dal non cotrattabile, è stato sibillino sulla posizione di Daniele, indicandolo sempre come centrocampista che può giocare ovunque nei tre, ma affidandogli in campo la posizione centrale che il ragazzo sembra ormai prediligere. E se è vero che la Roma ha preso due giocatori che possono anche giocare centralmente, vale a dire Bradley e Tachtsidis, è anche vero che il valore assoluto di e l’incidenza tecnico-tattica sul gioco fanno di Daniele di gran lunga il centrocampista numero uno della Roma.

Da non dimenticare che in più di un’occasione si è sacrificato in ruoli non congeniali (centrale difensivo) per dare una mano a una squadra che non lo valeva. E spesso si è dovuto schiacciare sulla difesa per dare una mano a un reparto che, soprattutto nell’ultima stagione, faceva acqua da tutte le parti. Questo a scapito delle sue qualità offensive e della partecipazione alla manovra d’attacco.