La penna degli Altri 10/07/2012 10:22

Una scossa che non fa male

Esattamente erano 9 anni fa quando a Helsinki nel ritiro nella Nazionale, giugno 2003, il già della Roma (ce ne è uno solo no?) ammiccò alla possibilità di avere come suo presidente di club Berlusconi (“Quando ero piccolo mi voleva con lui, chissà se presto un giorno sarà il mio presidente”). Uscì da lì, incontrò l’amico Ripani e gli disse in privato: “Hai visto che casino ho scatenato? Troppo? No, poco”. Non aveva mai minimamente pensato ad andarsene da Roma. Ovviamente. Nemmeno un mese dopo quando chiese ancora quattro campioni e nemmeno il 6 maggio 2004 quando chiese sempre altri quattro campioni (Vieri, Davids, Jankulovski, Mexes, la lista dell’epoca) perché voleva una Roma competitiva, perché non voleva anni di transizione, perché voleva vincere. Magari stava a Riscone. Il tempo è imperfetto (e a sera è venuto giù il temporale) perché vuole. Volle fortissimamente volle e vuole. Oggi come ieri. Domani come sempre. parla da e da tifoso. Ci mette la fascia e la faccia. Lo fa per la Roma. Il terremoto di Riscone si è si avvertito fino a casa, ma non ha fatto male, non deve far male.

non cambia perché si sa è come le stagioni, perché è il giocatore della nostra storia, perché lui è il sogno di notte e di campioni, perché è così. è per forza la Roma, anche se la Roma non è solo . In questo iato c’è la possibilità di parlare, di crescere, di dialogare. E c’è stato un confronto. Per forza. Per forza e per amore. Non c’è nessuna frattura perché non ci può stare, è qualcosa di diverso: chi userà stamattina per buttare non in piscina ma a mare Pallotta farà un buco nell’acqua e basta. , a modo suo (d’altronde qui è anche più di Padre Pio, il Papa qualcuno ha detto: e infatti è da quelle parti che c’è stato l’epicentro) ha parlato per la Roma, da tifoso della Roma. Probabilmente, se sentisse qualcuno criticare la Roma s’offenderebbe. E’ diverso. Chi è tifoso capisce, chi è tifoso sa. “Io lo posso fare, tu non me la toccare”. Nessuno qui lo fa. Perché mentre tutto il mondo attorno parla e parlerà delle parole che già ci ha detto il , a Riscone Zdenek Zeman quando cammina da solo canticchia, alla squadra non urla mai, quando lo fa - come ieri - le dice di: “Volare”. Solo così tutte le polemiche se ne andranno in fumo. Lo hanno scritto i tifosi: “Vinceremo, una sigaretta alla volta”. Tutto il resto sono parole