La penna degli Altri 28/07/2012 11:16

Totti: «Zeman, l’allenatore ideale»

È il penultimo giorno della tournée. È New York. Più tardi, quando in Italia sarà notte fonda, la Roma giocherà con la nazionale di El Salvador l’ultimo incontro di questo tour a stelle e strisce. Fox domanda a cosa prova quando indossa la maglia della Roma e cosa invece quando veste quella della Nazionale. «Sono due sensazioni differenti - spiega Francesco - indossare l’una o l’altra non è la stessa cosa. A Roma sono cresciuto, era la mia ambizione, il mio sogno mettere la maglia e la fascia di . Ho vinto un campionato e diverse coppe con la Roma, saranno ricordi che porterò con me per sempre. Con la Nazionale ho deciso di ritirarmi dopo aver vinto una Coppa del Mondo perché era il massimo che si potesse ottenere con una nazionale. Oltre quello non c’è più niente (ride, ndr), anche quella è una maglia importantissima per me».

Al viene chiesto cosa sia diventato più difficile e cosa più facile con il passare degli anni: «Più facile acquisire esperienza, più difficile continuare a migliorarti e rimanere al top. Roma è una à meravigliosa ma è difficile per il calcio, perché appena sbagli ti massacrano». Quando si tratta di scegliere il miglior allenatore col quale ha giocato, non ha dubbi. Anzi, no. Ne ha uno. Uno solo. Tra i migliori due, però. «Ne ho avuti tanti, ma quelli che ho apprezzato di più sono stati Zeman e Spalletti, perché erano concentrati sulle tattiche offensive e sono due allenatori molto preparati».

Spiega Francesco: «Condivido le idee di Zeman perché il calcio offensivo è la cosa migliore per un attaccante e il suo tipo di calcio è differente da tutti gli altri». La domanda più difficile gliela riservano per il gran finale. È quella sul mercato. Chi vorresti per la Roma? «Se dovessi fare i nomi che mi piacciono - risponde il - direi giocatori di fama mondiale, ma so che il club sta lavorando duro per acquistare giovani talenti promettenti utili per il presente e per il futuro. Sarà una buona squadra». Uno di questi è . L’assist decisivo per l’acquisto della punta lo ha servito nei giorni scorsi proprio lui.

. «Spero che possa arrivare, è un giovane promettente. Spero che possa diventare un top player tra un paio d’anni, glielo auguro». Raccontano che Mattia sia rimasto lusingato dalle parole del , che alla faccia degli anni che scappano via esercita sempre il fascino del fuoriclasse campione del Mondo, ma prima ancora d’Italia. Un giorno, Francesco sarà certamente un grandissimo dirigente di questa società. Ma un giorno, sia chiaro, perché per la poltrona c’è tempo. Adesso alla Roma serve ancora lì. Serve sul campo. Serve assieme a , a Osvaldo, a Lamela o a Bojan. Là davanti serve lui, semplice. Lui più altri due.