La penna degli Altri 12/07/2012 09:20
Totti-Roma, voglia di stupire
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IL NUMERO 10 - Chiara e semplice allo stesso tempo. Oltre che legittima. La posizione di Totti è quella di un ragazzo normale, nonostante di motivi per non esserlo ce ne sarebbero eccome. Il numero dieci giallorosso sa benissimo, da un altro punto di vista, che il ruolo che ricopre è bello e importante: lui è il capitano, la storia di questi colori. Ma ciò non inficia affatto su quello che pensa e che dice, sempre con naturalezza, senza filtro alcuno, come poi dovrebbe essere sempre nella vita, anche se a volte è difficile. Non per lui però. Che poi, oltre a dire sempre ciò che pensa in maniera naturale, ci aggiunge quellironia che non puoi non ridere. Ironia, attenzione, non usata ad arte: anche quella è naturale, tipica dei romani, che non piace solo a chi in qualche maniera è prevenuto. E nel caso di Totti in passato è successo più volte di essere attaccato per la sua genuinità. Stavolta, nel caso specifico, Totti ha espresso la sua voglia, che poi è quella di qualsiasi professionista: ottenere risultati nel proprio lavoro. Nel calcio significa vincere: «Tutti i giocatori lo vogliono» . E poi «gli anni passano...» . Una manifestazione di una sensazione normalissima, espressa come sempre con sincerità, senza troppi giri di parole. «Servono i campioni, altrimenti la Roma non è al livello delle altre grandi» . La sua verità, senza filtri appunto. Perché poi, quando si è arrivati ad essere Totti, giustamente non devi più rendere conto a nessuno, a maggior ragione se dici semplicemente quello che pensi. E poi cè sempre il centro di tutto il discorso, vale a dire il bene della Roma. E sfidiamo chiunque a dire che Totti, tifoso ancor prima di diventare storia, non voglia bene alla Roma, alla sua Roma. E quindi vuole di più, senza pretese alcune, nutrendo quella semplice «speranza, che è lultima a morire» . Lo ha specificato: «Non voglio mettermi contro la società» . Più chiaro di così si muore. E pronto il capitano (...)
LA SOCIETA' - Lincontro per il chiarimento è andato in scena quasi per caso, alla fine dellallenamento mattutino. Totti era a bordo campo, stava mangiando uno yogurt per recuperare un po di energie dopo le nuove sessioni di mille metri. Sabatini, che è ripartito allora di pranzo, era ancora nel ritiro di Riscone. I due si sono fermati a parlare per pochi minuti. Il direttore sportivo, quindi la società, ha ribadito a Totti che il problema della Roma non è e non sarà mai lui. Anzi, lui deve essere ancora il punto di forza. Come lo è da ventuno anni a questa parte. Sabatini è amareggiato per quanto sta accadendo. Vorrebbe dare ancora di più di quanto non stia facendo. Per la Roma vuole il massimo, è un impegno che ha preso con se stesso. Nel suo lavoro è uno dei migliori e lo vuole dimostrare anche ai tifosi giallorossi. Dal capitano ha incassato anche lassicurazione che le parole spese sul mercato, la richiesta di campioni, erano state pronunciate solo e soltanto per il bene della Roma. Eccolo, allora, il punto di incontro. Il bene della società, il comune obiettivo della competizione per i massimi livelli. Di poter avere la possibilità di vincere, insomma. Nei mesi scorsi, dopo il cambio di proprietà, il rapporto tra la società e Totti è sempre stato chiaro. Dopo quanto accaduto ieri continuerà ad esserlo. Perché il club può contare su alcune delle migliori figure dirigenziali a livello internazionale. E la squadra può contare ancora su uno dei migliori di sempre, un campione assoluto. La Roma questo lo sa, ecco perché proprio Sabatini aveva detto di non volere allinterno del club «un giudizio omologato, Totti ha espresso un suo sentimento, una sua esigenza, ed ha fatto bene a farlo. Accettiamo la sua idea» . La Roma è al fianco del suo capitano, giocatore importante e uomo immagine di livello internazionale. Sabatini lo ha ribadito a Totti, che ha incassato con piacere le argomentazioni presentate. Ora la Roma fa quadrato, tutti, ognuno nel proprio ruolo, sono pronti a dare il massimo. Sabatini lo sta facendo, ci sta provando (...)