La penna degli Altri 08/07/2012 11:51

Stekelenburg-Lobont, a voi

TATTICA - E i problemi, nella stagione post Luis Enrique, per il numero uno olandese potrebbero essere più o meno gli stessi. Perché le linee difensive dell’asturiano e del boemo, entrambe a quattro, hanno quasi le stesse caratteristiche: giocano alte, lasciando spesso il in balìa del contropiede degli avversari. Il rischio, allora, è quello di rivedere scene di cui i tifosi hanno fatto indigestione l’anno scorso, con cartellini rossi per falli da ultimo uomo, rigori concessi e Stekelenburg che spesso e volentieri non era in grado di rispettare la direttiva di gocare quasi al limite dell’area, pronto proprio per emergenze del genere. Con Luis Enrique, la scarsa attitudine di giocare “alto”, seguendo i movimenti della squadra, è costata a Stekelenburg 40 gol in 29 partite, che poi sarebbero 27 visto che a Milano con l’Inter e nel derby di ritorno il ha lasciato il campo dopo pochissimi minuti, una volta per il calcio sulla tempia rifilatogli da Lucio e l’altra per il fallo da rigore commesso su Klose.
 
RILANCIO - Tutto ciò potrebbe rilanciare Bgdan , che invece ha dimostrato già con Luis Enrique di possedere le caratteristiche giuste per partecipare a un certo tipo di gioco. L’esempio migliore, perché accompagnata dalla super prestazione sfoderata anche ta i pali, è la partita che la Roma ha vinto per 1-0 (gol di ) lo scorso anno a Palermo. In quell’occasione fu lodato da Luis Enrique. Il romeno gode poi della fiducia, della stima e del rispetto di tutti i compagni. E’ uscito - non dai pali stavolta - dalla polemica che lo voleva tra i colpevoli dell’allontanamento di Tancredi dallo staff dei preparatori, andato in scena qualche settimana fa: «Io non c’entro, non ho mai avuto problemi con nessuno e con Tancredi ho lavorato benissimo» . In questi giorni di ritiro si sta impegnado da ottimo professionista, come sempre.(...)
 
CONFRONTO - Nella scorsa stagione ha fatto meglio del collega olandese, subendo 10 gol nelle 9 partite in cui ha avuto l’opportunità di andare in campo. Di buono c’è che i due sono amici, e quindi il confronto sarà all’insegna della sana competizione. Dovranno convincere Zeman, che si baserà come sempre «su ciò che mi dice il campo» . Impegno negli allenamenti, relazioni dei preparatori e attitudini. Si profila un bel duello per difendere la porta giallorossa. E da oggi i due amici tornano a giocarsi il posto da titolare. Proprio come nell’Ajax, undici anni fa, l’anno del terzo e ultimo scudetto vinto dalla Roma.