La penna degli Altri 25/07/2012 09:30
Personalità alla Ibra e in zona gol lo stile del primo Gilardino
Senza lacune Quando nasce una stellina, ci si lancia coi paragoni. Nessun giocatore è come un altro, casomai è un puzzle di somiglianze. Mattia nella personalità, in campo e fuori, e forse nella potenza di tiro, somiglia al suo idolo Ibrahimovic. Nell'eleganza del gesto e nei colpi impossibili, sembra il miglior (cioè il primo) Gilardino. Figlio d'arte diversa (suo padre Flavio era difensore) è cresciuto grazie all'Under e al Siena. Cinque gol in 14 gare in azzurro e 12 in Toscana, 7 nelle ultime dieci gare. Nomen omen, ne ha segnati 4 di testa e il resto tutti di destro. Ma sa colpire di fino anche di sinistro, all'occorrenza.
Così a Roma Perché Mattia è un giocatore completo. Può agire da centravanti, da seconda punta di movimento, al limite anche da attaccante esterno, perché ha fiato e grinta da vendere. Ha fisico, sa stare bene in area, ma sa anche dettare il passaggio e dare profondità. Zeman dovrebbe utilizzarlo nel tridente a sinistra, ma sa che ha un uomo d'area in più nel suo arco. In aggiunta, Mattia è bravo come assist man, ha solo il sacro egoismo del goleador, non di più. Personalità ne ha da vendere, forse troppa. Se vogliamo trovargli un difetto è che certe volte sembra anche comportarsi da fenomeno. Ma non è vanitoso, ha solo un bel caratterino. D'altronde lo dice lui stesso che «con gli allenatori ci litiga subito, al primo impatto. Poi però le cose si aggiustano e ci conquistiamo reciprocamente». Vediamo se succede anche col burbero nonno Zdenek.