La penna degli Altri 06/06/2012 10:55
Zeman: «Dal 99 ero in attesa di tornare»

E per la Roma, Zeman ha un pensiero delicato, da innamorato vero: «Se temo ancora ostacoli contro di me? No. Se avessi pensato di poter causare i danni del 98 non sarei venuto, perché voglio bene alla Roma». In tanti dicono: Zeman è cambiato, ora cura di più la fase difensiva. Lui sorride: «Se questa è la moda lo dico anchio. Ma non lo penso. Se segni 90 gol qualche rischio lo puoi anche prendere». Si altera un po solo quando gli dicono che non conosce la serie A dal 1999: «Informazione errata, io nel 2006 ho allenato il Lecce. È cambiato qualcosa: allepoca le squadre italiane vincevano in Europa, dettavano legge, ora hanno lasciato spazio inglesi e spagnole. Cè un gap. Il problema del calcio italiano è che non è più credibile. Dalle farmacie e le banche alle sale scommesse? Penso che sia migliorato sui primi due obiettivi, nel terzo campo purtroppo cè entrato e ci vorrà tempo per uscirne».
Luis Enrique? «Aveva le sue idee, molte anche buone, io magari sono un po più proiettato verso la porta avversaria ». Totti? «Francesco è tesserato come calciatore, quindi mi aspetto che faccia il calciatore. Sarà gestito come tutto il resto della squadra». De Rossi? «Per fare il regista ci vogliono altre doti, ma lui è un centrocampista completo, non un difensore, e può fare il mediano centrale con altre caratteristiche ». Verratti è un obiettivo, come Insigne, Destro, Capuano e Edu Vargas.
E gli arbitri? Alla Roma, con Luis Enrique, non si poteva parlarne. Con Zeman? «Per me è sbagliato non parlarne, ma se lo dice la società non ne parlerò, visto che sono un dipendente ». E il d.g. Franco Baldini: «Abbiamo le nostre idee, ma qui cè democrazia. Zeman non è una terza o quarta scelta: è una scelta ponderata. Con lui continuiamo a cercare un gioco attrattivo, a valorizzare i giovani, a riportare la gente allo stadio. Ma il motivo fondamentale per cui lo abbiam preso è perché se lo merita».