La penna degli Altri 01/06/2012 11:13
Shock Buffon

Comincia con questa premessa lannotazione di polizia giudiziaria sul conto del portiere e capitano della Juventus e della nazionale Gigi Buffon, inviata dagli investigatori delle Fiamme gialle alla procura di Torino il 13 giugno 2011. Un anno fa. Indirizzata al procuratore aggiunto Alberto Perduca, delegato alle indagini sui reati di natura finanziaria. Nel rapporto si riassumono gli «elementi informativi ritenuti di possibile interesse », così come riferiti dalla banca che ha inviato la segnalazione su un conto corrente intestato al calciatore che «ha registrato unanomala movimentazione caratterizzata dallemissione, nel periodo gennaio 2010-settembre 2010, di n. 14 assegni bancari, di importi tondi compresi tra euro 50.000 ed euro 200.000, per un totale di euro 1.585.000, tutti a favore di Alfieri Massimo, titolare di tabaccheria a Parma abilitata, tra laltro, alle scommesse calcistiche». Qualcosa in più di un milione e mezzo, dunque, che sale a un milione e 660 mila conteggiando un quindicesimo assegno da 75 mila euro emesso nei primi giorni del 2010. Che fa sorgere un sospetto: «Listituto di credito segnalante ipotizza che le liquidità possano essere oggetto di scommesse vietate». Le puntate, infatti, sono interdette dal codice di giustizia sportiva «ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico » in qualunque forma, «direttamente o per interposta persona, anche presso i soggetti autorizzate a riceverle».
Su mandato dello stesso Buffon il suo avvocato ha contattato il personale della banca, ma non ha voluto specificare le ragioni di quei movimenti «a tutela della privacy del suo assistito». Secondo quanto riferisce la Finanza, il legale «si è limitato a descrivere il beneficiario degli assegni come persona di assoluta fiducia, spiegando che i trasferimenti di liquidità sono volti a tutelare parte del patrimonio personale di Buffon». Il capitano della nazionale, insomma, avrebbe voluto mettere al riparo una piccola fetta dei suoi guadagni presso un tabaccaio, titolare di unagenzia di scommesse. Altra parziale spiegazione, giudicata dagli investigatori un po troppo generica: «Lavvocato ha inoltre accennato a una società fiduciaria e allacquisto di immobili a Parma, senza specificare lesistenza o meno di scritture private o atti di compravendita/ donazione».
Dei soldi di Buffon si sono interessati anche i detective antiriciclaggio della Banca dItalia, lUnità di informazione finanziaria, i quali hanno verificato i conti correnti della tabaccheria dellamico del calciatore. Giungendo a queste conclusioni: «A fronte dei rilevanti fondi trasferiti da Buffon sono puntualmente identificabili addebiti di importo abbastanza comparabile disposti automaticamente tramite Rid bancari a favore della Lottomatica spa e della Lis Finanziaria spa», altra società del gruppo Lottomatica. Come se a ogni assegno seguisse una giocata. Un paio di esempi: il 16 aprile 2010 Buffon accredita al tabaccaio 150.000 euro, e lo stesso giorno Lottomatica riceve un pagamento di 145.807,24 euro; tra il 13 e il 16 luglio, il capitano della nazionale stacca tre assegni da 100.000 euro ciascuno, «a cui fa seguito un addebito, sempre tramite Rid, di oltre 380.000 euro a Lis Finanziaria ». LUnità antiriciclaggio ipotizza che la non precisa coincidenza degli importi possa dipendere, «plausibilmente», dal fatto che «i versamenti da e verso Lottomatica avvengono a saldo (in alcuni casi positivo, in altri negativo) degli introiti per la raccolta delle scommesse e lofferta di servizi di pagamenti con i pagamenti di eventuali vincite».
In sostanza, si versa di più o di meno a seconda se le puntate sono risultate vincenti o perdenti. Tutta questa vicendai movimenti sospetti sul conto di Buffon e lindagine che ne è scaturita è finita agli atti dellinchiesta cremonese sul calcioscommesse. Nel dicembre scorso la procura di Torino sè rivolta a quella di Cremona dopo che sui giornali era stata pubblicata unintercettazione in cui il calciatore Nicola Santoni (ex portiere del Palermo, amico di Cristiano Doni), diceva a un interlocutore: «Il calcio è tutto truccato, tutto marcio... Cè Buffon che gioca anche lui, 100-200 mila euro al mese... lui, Gattuso, Cannavaro sono proprio malati». Interrogato a Cremona su quella frase, Santoni aveva sostenuto di essersi lasciato andare a delle millanterie, ma avendo a disposizione il rapporto della Finanza il sostituto procuratore di Torino Cesare Parodi ha scritto al procuratore di Cremona chiedendo il testo del colloquio registrato: «Ciò in quanto questo ufficio ha in corso accertamenti al riguardo, relativi a ingenti somme di denaro che lo stesso Buffon avrebbe utilizzato per scommesse presentate avvalendosi di soggetti terzi». Ilpm torinese chiedeva anche di essere informato su eventuali iniziative dellufficio giudiziario lombardo sul conto del portiere. Il 16 gennaio scorso il procuratore di Cremona Di Martino ha inviato lintercettazione e risposto che «allo stato questo ufficio non ha in programma iniziative investigative nei confronti del predetto Buffon, che non risulta tra gli indagati». Nemmeno a Torino il nome del calciatore, al momento, sarebbe stato inserito nellapposito elenco delle persone inquisite. Nel 2006, come ricorda il Nucleo di polizia tributaria di Torino, il capitano della nazionale è stato indagato dalla procura di Parma proprio per «esercizio abusivo di attività di giuoco e scommessa». Lui si difese sostenendo di essere «un giocatore accanito », ma di aver scommesso sempre e solo sul calcio straniero e altre discipline, finché era consentito. A maggio del 2010, la stessa Procura emiliana ha chiesto larchiviazione del procedimento.