La penna degli Altri 18/06/2012 10:25
Senza Mark, la Roma in Pannes

Mark Pannes era il migliore. È il migliore. È un dato oggettivo. Parla il suo curriculum, pubblicato dalla Roma quando bisognava presentare i membri del nuovo Cda e presente pure sul sito della Raptor Accelerator, la cassaforte di Pallotta di cui Pannes è Co-Managing Director. È qualcosa di incredibile, merita di essere letto, anche solo parzialmente: «Negli ultimi due decenni, ha saputo ricostruire e dare nuova linfa ai settori dello sport e dellintrattenimento in USA, Gran Bretagna ed Europa. Dal 2006, nel precedente ruolo di Direttore della Global Sports Group (GSG) per la Private Bank HSBC, ha inaugurato e guidato le attività sportive dello stesso istituto. Dal 2004 al 2006, ha ricoperto il ruolo di Direttore Amministrativo per il club professionistico francese di prima divisione Paris Basket Racing. Dal 2000 al 2004 è stato Amministratore Delegato della Skilo Brand, una società di consulenza a livello strategico/operativo nel settore delle proprietà immobiliari legate a sport ed intrattenimento ». In precedenza era stato responsabile marketing dei New York Knicks al Madison Square Garden, conseguendo (così, a tempo perso) una laurea in Legge alla Facoltà di Giurisprudenza Fordham, che si è andata a sommare alla laurea (con lode, ovviamente) alla scuola di comunicazione delluniversità del Texas, dove aveva ottenuto la borsa di studio William Randolph Hearst Fellow. Quisquilie per un uomo che a Trigoria tutti definiscono «una persona fantastica». Senza il suo intervento diretto, fa notare chi ha seguito da vicino la trattativa per la cessione della Roma agli americani, la società chissà a chi sarebbe finita, o se Unicredit sarebbe stata costretta a mantenerne il controllo. Forse è anche per questo che Piazza Cordusio è uno dei principali sponsor di Pannes. Listituto di credito ha chiesto alla cordata di lasciare Mark al suo posto. Perché lì serve. Perché serve per tutto quello che non viene deputato ad altri. Come la tournée. Qualche mese fa, aveva chiesto a Pallotta di rifiatare. Aveva troppi impegni, temeva di non poter servire la Roma come avrebbe voluto. Aveva incaricato lui stesso una società di headhunting, cacciatori di teste letteralmente, di individuare un degno sostituto. Poi il sostegno totale e indiscusso di Mr James e le richieste della banca lo hanno convinto a lasciar perdere. Per la Roma, per i romanisti, è decisamente meglio così.