La penna degli Altri 10/06/2012 11:17
Prandelli: "Ora ci divertiamo"
LItalia modifica il suo sistema di gioco, optando per quello più prudente della Juve campione dItalia, ma non si difenderà. È qui per comportarsi come fa di solito la Spagna, la prima avversaria di questa nuova avventura. Prandelli, proprio per questo, ci tiene a chiarire che cosa chiederà a De Rossi, spostato qualche metro più indietro. «Daniele è convinto di piazzarsi lì. Ha interpretato il ruolo nella maniera migliore pure nella Roma. Farà il centrocampista e non il difensore, permettendoci poi di farci trovare preparati se vogliamo cambiare in corsa. Con lui in quella zona vogliamo che arrivino meno giocatori vicino alla nostra area di rigore». E spiega anche come la squadra deve aiutare Pirlo. «Loro proveranno a oscurarlo, ma se noi troveremo altre soluzioni, perché lui sarà pressato e marcato, vorrà dire che liniziativa ce labbiamo noi».
La sua nazionale è nata con unimpronta offensiva. Non segna, però, da novembre, lultima rete è di Pazzini che non è nemmeno qui. Contro la Russia, venerdì 1° giugno nellultima amichevole, per la terza gara di fila gli azzurri hanno fatto cilecca. Eppure Prandelli non sembra preoccupato dal lungo digiuno. «Il nostro obiettivo è vincere. A Zurigo abbiamo costruito sette palle gol e attaccato sempre con almeno cinque giocatori. È stato lunico aspetto positivo in quella gara così brutta. Bisogna insistere si dimanismo e aggressività». Da Balotelli, lattaccante più atteso, si aspetta «tanta generosità». «È la stessa che mi attendo dagli altri, può essere larma vincente. Lui ha ventanni ed è esuberante. Fin qui non si è comportato bene. Di più».
La Spagna è la favorita. La più forte. «La squadra da battere. Da anni ha continuità e rendimento. E gioco, ormai consolidato: pure se è sempre lo stesso, poche squadre riescono a contrastarla. Labbiamo battuta ad agosto, ma di quel successo rimane poco. Il calcio è veloce e brucia tutto. Non dobbiamo rivedere quelle immagini. La nostra nazionale è cambiata. Non so se meglio o peggio incontrarla subito. Se è la partita più importante. Di sicuro è la più complicata. Dai nostri avversari dobbiamo capire che conta costruire più di distruggere. Un giorno saremo più vicini a loro. Se insisteremo ad arrivare al risultato attraverso il gioco». Vorrebbe portare da noi soprattutto lallegria del calcio spagnolo. «Perché i problemi della vita sono altri, chi è senza casa, i nostri terremotati. Prendiamo questo sport troppo sul serio. Sorridiamo, insomma, anche perché ancora non abbiamo perso». Conclude sul razzismo: «Più ne parliamo e più diamo importanza a certa gente. Confermo che entrerei in campo ad abbracciare Balotelli. Dovremo farlo tutti: non è un problema italiano ma di tutta Europa».