La penna degli Altri 06/06/2012 10:27
Parole senza filtro

Franz Kafka, nato a Praga il 3 luglio quando inizieremo il ritiro, il linguaggio lo ha trasformato, ha scritto per dire altro ma perché quellaltro restasse indicibile. Alfons Mucha, di Brno (dove vince sempre Max Biaggi) è il padre dello stile Liberty. Zdenek Zeman è il padre di un nuovo linguaggio calcistico declinato in diagonale con un alfabeto: il 4-3-3. Lo è anche quando "deve" parlare con le parole, nelle punteggiature che mette quando fa la mossetta, la smorfia elegante, delle labbra che sposta leggermente. La faccia da volpe, il profilo sguincio di un personaggio da fumetto dark, cogli occhi incollati allinterlocutore di turno - uno dei tanto novelli Edipi che non risolveranno mai lenigma della Sfinge e che fraintenderanno sempre la parola oracolare - fino a quando non ha capito o non si è annoiato. A quel punto si tira unaltra pausa, poi attacca allo stesso modo, con la stessa corda, lo stesso tono, allattacco. E sempre il suo 4-3-3. Il suo linguaggio. E la sua lezione, difficile da capire a molti, ma non ai tifosi. E cè un perché: parlano lo stesso linguaggio. Quello della Roma (o dellamore che al contrario significa la stessa cosa). Il linguaggio - diceva un filofoso - «è la casa dellessere, nella sua dimora abita luomo, i pensatori e i poeti sono i custodi di questa dimora ». Il linguaggio di Zeman sta di casa a Trigoria. Nils Liedholm coi paradossi ci ha vinto gli scudetti e ci ha portato a quella notte di maggio. Dino Viola col violese ha costruito tutto. Zdenek Zeman arriva soprattutto da questa tradizione, che è fumosa solo per chi non vuol capire (e forse per chi non fuma) e che invece dice semplicemente quello che dice: «Io voglio bene alla Roma». Parole come le sigarette che ama tanto. Semplicemente senza filtro.