La penna degli Altri 12/06/2012 10:55
Josè Angel: "Pronto al riscatto"
Stagione deludente anche per quanto riguarda il rendimento individuale, nonostante le buone cose lasciate intravedere nelle amichevoli di preparazione e anche nella gara desordio in campionato. Luis Enrique ha finito per preferirgli un Taddei fuori ruolo, lui però ha sempre continuato a lavorare e nel finale è tornato a trovare spazio. «Ho disputato 27 partite di campionato, due di Coppa Italia e altre due in Europa League - i conti di Josè Angle -, che mi lasciano contento a livello personale. Però voglio migliorare visto che sono ancora un calciatore giovane. In questo aspetto insisteva molto Luis Enrique, mi chiedeva di lavorare duro per progredire. Mi diceva specialmente di giocare facile e che dopo, quando mi trovavo davanti, giocassi come sempre sono stato abituato. In realtà non ho realizzato alcun gol questa stagione, però non ho nemmeno calciato nessun tiro piazzato».
Fedelissimo di Luis Enrique, lex Sporting Gijon non può che spendere belle parole per il tecnico che lo ha portato in Italia e fatto conoscere a un pubblico per lui del tutto nuovo: «Come tecnico lo vedevo bene, sempre a lavorare per migliorare la squadra di giorno in giorno, le cose però non sono andate bene. Abbiamo fatto gioco e creato occasioni, ma non siamo stati regolari. Penso che abbia influito molto anche il fatto che molti erano nuovi e quindi mancava conoscenza reciproca nel gruppo. Ora auguro a Luis Enrique il meglio. Mi ha aiutato molto». Il suo futuro, però, non è vincolato a quello dellallenatore e almento per il momento la sua permanenza in giallorosso non sembra essere in discussione: «Ho ancora quattro anni di contratto con la Roma - ha spegato - e sono concentrato nellarrivare bene per linizio degli allenamenti pre-stagione. Ogni giorno si leggono e sentono cose nuove. Con me non ha parlato nessuno e personalmente non so nulla. Si è parlato anche di provarmi con la nazionale spagnola, non me laspettavo. Ciò che devo fare è lavorare bene con la mia squadra e dopo, se mi chiamano, sarà una cosa ben accolta».
Limpatto con il calcio italiano non è stato facilissimo - tutto sommato comprensibile, vista anche la giovane età del terzino -, e proprio per questo, con un anno di esperienza alle spalle, il prossimo potrebbe essere per lui il campionato del riscatto, anche se in ritiro gli toccherà sudare per convincere Zeman. La Serie A in compenso non lo spaventa: «Sono in un una delle grandi squadre dEuropa e la parte difensiva qui si cura molto. Io provenivo da un calcio più aperto, questo invece è più serrato. E stata una buona esperienza per apprendere. Ho fatto buone partite, dovessi sceglierne una sola, direi quella di Palermo».