La penna degli Altri 03/06/2012 11:22
Il nuovo, vecchio sogno di Zeman il seduttore che non vinse niente

Ieri Zeman ha salutato Pescara: «Un anno straordinario». Zeman alla Roma vuole dire centinaia di pagine personali e pubbliche che si riaprono. La gloria non arrivò mai dalle vittorie (non vinse niente), bensì da un sentimento sfuggente eppure assai concreto. Emblematico lo stadio stracolmo che il 14 novembre del ´98 assistette al primo Roma-Juventus dopo la denuncia estiva di Zeman contro il doping. Finì 2-0. Una volta Oliveira del Cagliari ridicolizzò Petruzzi perché la difesa non era alta: di più. Si perdonava volentieri. Quando Zeman rimontò la Fiorentina capolista di Trapattoni negli ultimi tre minuti, pure Bartelt fece il fenomeno: «Era un uomo fantastico», ricorda Candela. «Vorrei ancora lavorare con lui», ha detto Miki Konsel qualche giorno fa. Peccato che adesso il portiere austriaco faccia l´animatore. Si vivevano partite in cui per cinque o sei volte almeno quattro o cinque giocatori della Roma finivano dentro la porta per effetto del geometrico dinamismo dell´azione appena conclusa. Frengo (Albanese) una volta gli disse: «Simpatia, tu sei un sentimento». E lo diceva, avrebbe cantato Celentano, mentre piangeva: perché Zeman non era più il tecnico del Foggia. In panchina c´era l´allenatore della gente, l´allenatore dei "gradoni" negli allenamenti: «Io sono sempre lo stesso». Ecco perché la Roma giallorossa è felice che sia tornato. A 65 anni Zeman è salito sul suo «ultimo treno». Su quel treno «c´è il suo cuore». Non poteva non prenderlo. Il "freddo" adora sentirsi a casa. La Roma ha amato e ama Zeman in modo diverso, quasi patologico, oltre il vincere e il perdere. E forse con Zeman non si perde mai del tutto. Il suo giocatore Simone Romagnoli, che vorrebbe seguirlo in giallorosso e studia filosofia all´Università, ha scritto: «Quella faccia segnata, il ciuffo floscio e la sigaretta sempre in bocca mi fanno pensare al pescatore di De André, con la ruga che sembra un sorriso». Forse l´Olimpico non sarà più quello di prima. E non ce ne voglia la poesia, ma può darsi che le rughe siano sempre più rughe che sorrisi. Ma se c´è ancora un solo cucchiaino di speranza di riempire l´Olimpico per un Roma-Chievo, questo cucchiaino è Zeman. Uno "stargate" per passare dal passato al futuro. Se Paulo Sergio dicesse qualcosa a Lamela, se Pianjc pensasse a Tommasi, se Totti ogni tanto provasse, anche per scherzo, a partire da sinistra, se Cafu e Candela apparissero ogni notte ai due futuri esterni bassi della Roma: ecco, cosa potrebbe succedere?