La penna degli Altri 01/06/2012 11:52

Granata: «Sì alla confisca per chi froda»

Quant’è importante, comunque, in un momento come questo, non generalizzare?

E’ vero. Tutto ciò a cui stiamo assistendo, infatti, non giustifica la posizione del presidente del Consiglio Monti, perché dire che il calcio è tutto lì, mi sembra una forma di qualunquismo estremo. Ci sono ben altri sistemi criminali da attaccare, in Italia, a cominciare da quelli, apparentemente legali, che fanno capo al mondo finanziario e bancario. Per il resto, la proposta del Romanista mi sembra opportuna e credo che tale emergenza dovrà essere affrontata anche in sede legislativa.

Intorno al mondo delle scommesse ruotano fenomeni di stretta matrice mafiosaQuanto può, tutto questo, costituire un ulteriore e pericoloso risvolto della vicenda?

La commissione parlamentare antimafia ha attivato da tempo un’indagine conoscitiva e un’inchiesta sul mondo delle scommesse e del gioco. E in questa indagine è fortemente presente un capitolo dedicato alle scommesse nello sport e in particolar modo nel mondo del calcio. Se ne occupa l’antimafia, perché è evidente la connessione tra il mondo della criminalitàorganizzata e quei segmenti – per fortuna isolati, ma che tendono a sollevare tentazioni di criminalizzazione dell’intero ambiente calcistico – che sono purtroppo interni al mondo del calcio.

Tra le proposte c’è anche quella, in parte provocatoria, che mira ad una moratoria delle scommesse nel nostro Paese. Anche se, probabilmente, le puntate di cui si discute venivano effettuate quasi sempre all’estero, in Paesi – vedi soprattutto il sud-est asiatico - dove non esiste tracciabilità dei flussi ed è possibile giocare conservando l’anonimato. Qual è il suo parere?

Trovo che ci sia poco nesso tra le scommesse legali e i meccanismi che abbiamo visto mettere in atto, perché questi risulterebbero assolutamente inabili. Comunque, se una moratoria, anche breve, può servire ad un intervento legislativo che perimetri meglio la tipologia delle scommesse, al fine di evitare la possibilità di qualsiasi combine, allora anche questa può essere una strada percorribile. Ammetto che quella di mettere insieme questioni e dinamiche assolutamente diverse può costituire una generalizzazione sbagliata. Detto questo, si può arrivare ad una maggiore trasparenza complessiva nel mondo delle scommesse, anche attraverso una regolamentazione diversa. Ma senza criminalizzare l’intero settore.

Quanto possono fare le società?

In termini di vigilanza e di controllo, hanno certamente fatto poco. Bisogna anche dire che ci sono alcune società in cui le vicende sono reiterate e questo lascia immaginare un contesto ambientale in cui è più facile penetrare. Mentre ce ne sono altre, come ad esempio la Roma, che sono sempre rimaste fuori da certe questioni.

Come si viene fuori da tutto questo, oltre che applicando pene severe?

Certamente le pene severe, perché è indispensabile che lo siano. Come è indispensabile, però, anche arrivare a giudizi con tutte le garanzie dei procedimenti, perché spesso ciò non accade. Bisogna capire se veramente le persone coinvolte, almeno sul piano mediatico, vanno poi realmente condannate, ed essere, quindi, molto attenti e cauti.

Il pm Di Martino ha detto che l’indagine potrebbe proseguire all’infinito, paventando però l’eventualità di non poter procedere per scarsità di mezzi. Non contraddice il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale? Non c’è dubbio. Questo processo di trasparenza va percorso fino in fondo. Ricordo come, in passato, siano state importanti certe denunce, da quelle di Zeman sul doping, a tante altre. Che una volta avviate, devono essere portate avanti, senza guardare in faccia nessuno.

C’è chi vorrebbe che anche i vertici delle istituzioni sportive vengano rinnovati, non avendo saputo gestire gli scandali.

Come avviene in politica, quando vi è una fase di passaggio, e noi ne stiamo vivendo una, anche il mondo del calcio dovrebbe avere la sua transizione, da una fase a un’altra completamente nuova. Ed è l’auspicio che faccio, perché avvenga in termini anche molto stretti.