La penna degli Altri 04/06/2012 11:20

Figc e giudici divisi sui patteggiamenti

 

Ma il pericolo è oramai incombente: il caso Grosseto (-6 per 8 illeciti da scontare l'anno prossimo, con scarsa afflittività) rischia di fare giurisprudenza soprattutto il prossimo mese, quando a presentarsi all'ostello della gioventù per essere giudicati saranno molti club di serie A, con un peso politico differente rispetto alle numerose società di serie B e Lega Pro ora inquisite. Domanda lecita: ma Abete può impugnare le prime sentenze scaturite dai patteggiamenti? Secondo i membri della commissione disciplinare e della procura federale, ciò non può accadere. A confortare questa ipotesi c'è l'articolo 23, secondo comma, del codice di giustizia sportiva che spiega come il patteggiamento è un'intesa tra le parti che si basa su accordi. La Disciplinare, in questo caso, deve solo valutarne la «congruità», e dopo non emette una sentenza ma ratifica l'intesa con un'ordinanza «non impugnabile». Il presidente della Figc, però, nell'intervallo della gara tra Italia e Russia, ai microfoni della Rai ha ribadito questa facoltà. E probabilmente non ha tutti i torti: l’articolo 33, quarto comma, prevede «nei casi di illecito sportivo come siano legittimati a proporre reclamo anche i terzi portatori di interessi indiretti, tra i quali il Presidente federale». Non è dunque impugnabile il cosiddetto patteggiamento da parte del procuratore federale o della parte che ha lo ha richiesto «ma il terzo interessato e il presidente federale - fa notare l'avvocato Stagliano, ex vice capo della procura indagini della Figc - possono farlo qualora ci sia una violazione della norma del codice di giustizia. E nel caso specifico ce ne sono almeno due: in primis è stato consentito un patteggiamento laddove c’era una contestazione che il codice esclude di patteggiare. Poi è stato concesso alla società la diminuente prevista dall’articolo 24 (che prevede la collaborazione degli incolpati, ndc) avendo sette deferiti anche se a collaborare sono stati solamente in due. E gli altri cinque?».

Il contrasto interpretativo è evidente. Qualora ci fosse una disputa giuridica, a dirimerla sarebbe la Corte di Giustizia Federale a sezioni riunite. Difficile che Abete voglia arrivare sino a questo punto ma lo strappo fra federazione e gli organi della giustizia sportiva è oramai consumato. Senza contare l’autostrada che si è aperta per i club di serie A nel secondo filone di dibattimento che sembra essere il prologo ad un’estate funestata dalle polemiche.