La penna degli Altri 06/06/2012 10:37
«Ero vicino, ma non si poteva»

Ripetiamo: Moggi, quello che la Roma incontrava nella sede di Capitalia. Comera il clima in quel periodo, lha raccontato proprio Zeman, come si legge negli atti depositati dai magistrati di Napoli: «Altro metodo utilizzato per realizzare la mia estromissione dal mondo del calcio è sempre stato quello di persuadere vari presidenti di società calcistiche a non assumermi come allenatore... Al termine della stagione 2004/05 e allorché era chiaro che non avrei allenato il Lecce, il vicepresidente dei salentini, Moroni, mi disse testualmente che aveva partecipato a unassemblea di Lega e che in quella circostanza Antonio Giraudo aveva detto ai presidenti di Palermo e Cagliari, Zamparini e Cellino, che io non dovevo essere assunto come allenatore... ». E alla Roma come ci si arriva? Con altre intercettazioni, sempre agli atti di Calciopoli. Nel 2005 la piazza vuole Zeman. A maggio però Luciano Moggi incontra Rosella Sensi. La situazione è sempre la stessa: il direttore generale della Juventus vuole mettere suo figlio nella Roma. Il 19 maggio Moggi parla della Roma con Capello: «Hanno accettato il principio di collaborazione. In questo momento si pone in essere in maniera diversa, loro sono disponibili a prendere giocatori, non hanno soldi ma fare scambi di giocatori lo fanno!». Capello, che ha nel mirino qualche giocatore della Roma, è soddisfatto: «Va bene». Moggi continua: «Questa ragazza si sente sola e la nostra compagnia gli fa comodo. Lunedì ci rivediamo, speriamo facciano risultato a Bergamo». A Bergamo la Roma vince e si salva. Il 25 maggio Capello richiama Moggi: «Con Rosella ci vediamo martedì, e penso che con lei non ci siano problemi grossi se non stabilire quali siano i giocatori e poi, soprattutto, metterci lallenatore! Questo è il punto cruciale! Dopo si parte in tromba! Senza nessun problema!». Moggi rivela anche a Capello di aver convinto definitivamente la Sensi a rinunciare a Zeman. «Adesso la situazione lì sta a posto, perché so andati alla Banca a parlare gli ho fatto mettere tutto a posto! Quindi dovrebbero stare agli ordini». Ma erano altri tempi. I tempi in cui la Roma stava agli ordini.