La penna degli Altri 09/06/2012 11:01

De Rossi jolly azzurro

Il romanista accetta di buon grado la decisione presa dal . Dall'alto della sua esperienza, e della sua caratura internazionale, avrebbe anche potuto declinare l'invito. Ha risposto obbedisco, mettendosi al servizio della sua squadra. «Non è il caso di puntare i piedi - sottolinea - è un torneo con poche partite, è necessario mettersi a disposizione dell'allenatore senza fare troppe storie. Ho già avuto modo di giocare in questo ruolo nella Roma, ma qui in nazionale il mio ruolo sarà molto più simile a quello di un regista classico, sarò il collante tra il reparto di difesa e quello di centrocampo». La sfida contro la Spagna si avvicina, ma le Furie Rosse non spaventano gli azzurri. Rispetto si, paura no. Nonostante le assenze di Puyol e Villa, le Furie Rosse restano una squadra validissima. «La Spagna ha un centrocampo mai visto nella storia del calcio -sottolinea il mediano romanista - giocheremo contro la selezione più forte del mondo, sarà dura. La nazionale spagnola è la più forte, le altre si equivalgono. Ma anche la Spagna in un torneo breve come l'Europeo può essere battuta».

Gli azzurri continuano a essere circondati dalle polemiche post Scommessopoli. chiude la porta, e lascia fuori tutto ciò che non riguarda il calcio giocato. «Non vediamo l'ora che questa storia si chiuda - afferma - siamo stanchi di essere accostati a un calcio che non ci appartiene, a situazioni che non appartengono, o che non appartengono alla gran parte di noi. La nazionale va tutelata, vanno fatte distinzioni, non si può generalizzare scrivendo o affermando che tutto l'ambiente calcistico italiano è sporco. Non credo ci sia distanza con i tifosi, ritengo che i nostri sostenitori non associno le nostre figure a quelle dei calciatori che sono stati coinvolti nell'inchiesta. Chi gioca non ha niente a che vedere con tutto quello che è successo. L'emozione di un Europeo è seconda solo a quella di un Mondiale. Quando arrivi da un altro calcio pensi esista solo la Roma, poi quando respiri l'aria di queste manifestazioni ti accorgi che la Nazionale è la squadra di tutti».

Una nazionale dai mille problemi ma - almeno a sentire il giocatore romanista - un gruppo consapevole dei propri mezzi e delle proprie possibilità. «C’è gente che gioca in Premier League, ci sono giocatori di livello - sottolinea - personalmente sono fiducioso, credo nei valori tecnici e umani di questo gruppo». Ci crede anche il Cesare Prandelli, un po' meno il resto dei suoi connazionali: soltanto uno sportivo su quattro crede nella vittoria degli azzurri. Ma gli altri tre italiani - eventualmente - sono già pronti a saltare sul carro dei vincitori.