La penna degli Altri 06/06/2012 10:46

Baldini: «Macché seconda scelta»

Baldini spiega poi perché è stato voluto il Boemo e non un altro tecnico. «Si continua sul solco di voler cercare il gioco attrattivo che cercavamo l’anno scorso, è un allenatore in grado di valorizzare i giovani, è un allenatore in grado di portare allo stadio la gente. Sono tutti motivi legittimi però troppo spesso si è dimenticato quello fondamentale: molto banalmente perché Zeman se lo merita». E se lo merita, avverte il , non per riparare a un torto del passato, «ma perché ha fatto divertire una à e tutto il calcio, ha fatto innamorare tutta ». Le battaglie di Zeman per un calcio pulito. Baldini riconosce che ha pesato sul piatto della bilancia, specie in un momento storico - un altro, dopo Calciopoli - in cui Scommessopoli ha (ri)gettato la Serie A nel fango. «È una componente molto importante e anche questa ha concorso per far ricadere la scelta su di lui». Gli arbitri. Durante la conferenza viene chiesto a Zeman, lo Jedi del calcio come lo ha definito il Wall Street Journal, se non commenterà le direzioni di gara, adeguandosi così alla linea societaria. «Penso che è sbagliato, però se la società dice che non si deve dire, visto che io sono un dipendente, non ne parlerò», risponde Zeman. Baldini è costretto a fare una precisazione: «Quando si parla di indirizzi e ordini della società, non si parla di diktat. L’indicazione di non parlare degli arbitri, è vero, è una nostra volontà. Ma c’è sempre stata libertà di espressione, come avete visto dalla esternazioni dei calciatori in certe partite. La nostra volontà è quella di non parlarne, ma quando Zeman parlerà degli arbitri, non ci sarà niente di male». Comprensibile, il male è altrove. La forza oscura è a Torino, ma pure dintorni. Hanno chiamato Zeman per quello. Anche per quello.