La penna degli Altri 30/05/2012 10:42
Zeman: la mia rivincita
Difficile pensare a intoppi, ma la chiacchierata è un passaggio necessario. Tutto il resto è in gran parte risolto: contratto di un anno in cui la Roma vuole inserire lopzione di rinnovo per unaltra stagione, stipendio con base fissa intorno al milione di euro e una serie di premi, piena condivisione del «progetto». «Io non so quanto prendeva Luis Enrique - dice il boemo - e non mi interessa. Se ho superato Montella? Non conosco certe situazioni». A Pescara, intanto, cercano già il suo sostituto. «Se Zeman andrà via - conferma il presidente Sebastiani - non ci faremo trovare impreparati». La testa del boemo, che oggi dirigerà lultimo allenamento a Pescara, è tutta sulla Roma. E a Trigoria si ragiona come se lui fosse già lallenatore. Una scelta «in continuità con il calcio di Luis Enrique» ha anticipato Sabatini. Vero, in buona parte: sono due tecnici che amano proporre un gioco offensivo, forgiare i giovani, imporre una severa cultura del lavoro. La differenza più netta è sul piano tattico: dal calcio «bizantino» e orizzontale dello spagnolo si tornerà alle verticalizzazioni improvvise. Cambierà anche la preparazione: tornano il «fondo» e i tanto temuti gradoni. «Si dice che i miei allenamenti siano molto duri - riconosce Zeman - ma il calcio è un divertimento. A me piace la gente che si vuole migliorare a 18 anni come a 30. È normale che un giovane abbia più motivazioni. Non è detto però che prenderemo solo ragazzi, nella mia carriera ho avuto anche campioni di trentanni. Non decide letà ma la voglia di cosa si fa». Zeman porterà con sé il vice Cangelosi, il preparatore Ferola e completerà lo staff con i collaboratori rimasti a Trigoria.
Con Baldini ha già accennato alle mosse di mercato, con Sabatini si andrà più nello specifico. I punti di partenza si chiamano Totti, De Rossi, Burdisso, Borini e Bojan. Il capitano non vede lora di rimettersi a fare il centravanti, ma il tecnico lo avverte: «Se dimostrerà di essere il più bravo in quel ruolo giocherà sempre. Si va in campo per merito non per nome, incide quello che si fa non la carta didentità». De Rossi ha le caratteristiche giuste per il ruolo di regista, largentino Burdisso guiderà la difesa, Bojan e Borini sembrano nati per il gioco di «Sdengo». Lamela deve diventarlo: la Roma è convinta che lallenatore si innamorerà di lui e aiuterà la sua crescita come fece quindici anni fa con Totti. Su Osvaldo il boemo si era già espresso ai tempi di Lecce dove lo portò, dopo averlo seguito nellAtalanta, e lo fece giocare da attaccante esterno e probabilmente chiederà la sua conferma. Il grande nodo può essere Pjanic, un centrocampista che ama ricevere il pallone sui piedi piuttosto che inserirsi. Il bosniaco è inseguito dai migliori club dEuropa (Real Madrid, Chelsea e Bayern Monaco) ma la Roma punta forte su di lui e convincerà Zeman a trovargli una collocazione tattica adeguata. Verso la conferma Marquinho - che può fare anche il terzino e ha tutto quello che manca a Pjanic - mentre è in corso una riflessione su Gago in contemporanea con la trattativa sul prezzo col Real: il tecnico potrebbe bocciarlo e chiedere di acquistare un altro centrocampista. La difesa è un cantiere aperto. Dodò è il primo acquisto e ha ricominciato ad allenarsi con il pallone in Brasile: sarà pronto per il ritiro. Il secondo innesto sarà il centrale Castan: un emissario del club giallorosso ha chiuso la trattativa in Brasile (accordo col Corinthians per 5 milioni e stipendio di poco superiore al milione di euro), le smentite del giocatore sono strategiche. Tra gli altri già a Trigoria solo Rosi e Taddei sembrano adattabili al nuovo corso. Heinze e Josè Angel sono in partenza, Kjaer resta in bilico, Juan rischia di rimanere da indesiderato insieme a Borriello, Pizarro e Simplicio. Intanto Sabatini sta studiando un giovane: fino a venerdì è in prova al «Bernardini» Levente Csicsek, attaccante ungherese del 96.