La penna degli Altri 25/05/2012 11:02

Roma, l'eredità di Lucho

Il club che li ha fatti giocare di più è la Roma: 7.700 minuti. (1990) 2.417; Lamela (1992) 1.883; (1991) 1.679; Bojan (1990) 1.410; Viviani (1992) 195; Tallo (1992) 75; Piscitella (1993) 37; Caprari (1993) 4. Seguono: Palermo 5.450; Lecce 4.507; 3.935; 3.890; Inter 2.248; Siena 2.183 (tutti giocati da Mattia ); Udinese 2.095; Cagliari 1.984; Chievo 1.795 (1.790 da Paloschi); Cesena 1.499; 1.139; Milan 1.056; Atalanta 909; Parma 525; Catania 192; Novara 163; 116 (Marrone, classe 1990); Lazio 85 (Cavanda 45, Rozzi 38, Onazi e Zampa 1); 1 (Ammendola). Quei 7.700 minuti sono il regalo che Luis Enrique ha fatto alla Roma che verrà. Ha lasciato 16 sconfitte stagionali, come ricordano sempre i suoi detrattori, ma non soltanto quello. Ora bisognerà vedere se la Roma deciderà di proseguire su questa strada oppure no.

Il d.s. del , Capozzucca, ha detto ieri che si è interessato ad Alexander Merkel (centrocampista, classe 1992, 882 minuti giocati quest’anno) e a Mattia . La Roma non è un asilo, ma, in assenza di uno sceicco pronto a staccare l’assegno a fine stagione, l’unica strada sostenibile per diventare grandi e restarlo è investire sui giovani, farli crescere e corroborarli con qualche acquisto importante per portare la necessaria esperienza. In ogni partita di campionato Luis Enrique ha fatto giocare i Nineties per 204’. In serie B c’è stato chi lo ha fatto per 442’ a gara. Certo, Zdenek Zeman. L’allenatore che ha regalato 3.179 minuti a Insigne (1991), 2.924 a Immobile (1990), 2.674 a Capuano (1991) 2.515 a Romagnoli (1990) e 2.251 a Verratti (1992). Perché si può essere giovani anche a 65 anni.