La penna degli Altri 01/05/2012 09:35
Roma, è pronto un doppio piano
NELLA SUA TESTA - La seconda ipotesi sarebbe suffragata da una verità: ai giocatori Luis Enrique non ha comunicato niente. Tutto procede come se nulla fosse. E limpressione della squadra è che sia ancora a tutti gli effetti lallenatore della Roma. E i dirigenti? La risposta più plausibile è che loro sappiano già benissimo cosa accadrà, perché Luis Enrique a Baldini racconta tutto, e che abbiano studiato insieme con lallenatore ogni singolo messaggio da inviare ai tifosi in questo delicato finale di stagione. Anche i segnali informali che arrivano da Trigoria ( «E scosso, è stressato, non sa se può ancora tenere in pugno la situazione» ) potrebbero essere propedeutici allannuncio di una felicità ritrovata e a un altro anno di calcio asturiano. (...)
ALTER EGO - Ma nello stesso tempo, escludendo che i dirigenti siano alloscuro delle intenzioni dellallenatore, bisogna considerare la prospettiva meno contorta. E cioè: Luis Enrique se ne va per stare lontano dal calcio per un po e lha già detto ai suoi superiori, che ne hanno preso atto senza provare a fargli cambiare idea ma chiedendogli di rinviare a fine campionato laddio. Se la realtà è questa, Baldini ha già cominciato le consultazioni per il successore. E nella sua visione del calcio e della vita, lerede di Luis Enrique deve essere quanto più simile possibile a Luis Enrique. Ecco perché Villas Boas sarebbe il favorito, tanto più che lestate scorsa è stato cercato prima di Luis Enrique: ama il calcio offensivo, come ha dimostrato con i successi al Porto, è esperto di 4-3-3, è un ragazzo colto e appassionato. In più, rispetto a Luis Enrique, ha un curriculum ricco di esperienze (...) e un passato nel campionato italiano, allInter come vice di Mourinho.
ALTRE CARTE - Ma Villas Boas non è lunico allenatore di cui si ragiona. Rimangono vive le strade italiane, da Allegri a Prandelli passando per Montella (Zeman è stato sincero: piace ai tifosi e non alla Roma), e restano suggestive le idee esotiche Klopp, Bielsa e Garcia. E Guardiola? E sullo sfondo, come un bel desiderio a cui non si è mai rinunciato del tutto. E che probabilmente non si può (oggi) realizzare.