La penna degli Altri 15/05/2012 10:46

«Merlo, giù le mani da Totti»

«Che bisogno c’era di tirare in ballo anche ?» si chiede Fabio Granata, parlamentare e a sua volta grande tifoso romanista. «Merlo – continua l’esponente di Fli - contrappone le figure dei due calciatori, Del Piero e (due amici che si stimano anche fuori dal rettangolo di gioco), e dipinge il capitano giallorosso come quello che sputa e prende a calci l’avversario o addirittura lucra sulla pubblicità del gioco d’azzardo. Forse Merlo dimentica che ha pagato abbastanza per le sue “ragazzate”, ed è ingeneroso dipingerlo sempre come il bullo di turno. Forse Merlo dimentica che fa beneficenza in silenzio, dimentica la generosità di un campione che dovrebbe essere preso d’esempio, dimentica la sua straordinaria umiltà e sensibilità, dimentica infine le sue grandi doti sportive e che è, e rimarrà sempre, l’indiscussa bandiera di Roma e della Roma».

Non accetta il tono dell’articolo nemmeno Paolo Cento, in qualità di presidente del Roma club Montecitorio prima ancora che di rappresentante di SeL. «Ho troppa stima, giornalistica e professionale, di Merlo per far passare sotto silenzio il paragone, non richiesto, e sbagliato, tra Del Piero e . Le virtù calcistiche e umane di Del Piero – dice ancora Cento - sono sotto gli occhi di tutti e nessuno può disconoscerle. Aggiungo che, a noi romanisti, nessuno può toglierci dal cuore le emozioni vissute domenica scorsa per il suo addio, soprattutto pensando a quando quel giorno, speriamo il più tardi possibile, arriverà anche per il nostro immenso capitano. non merita adulatori e né vogliamo iscriverci a questo partito. Però, per favore, gli si riconosca almeno il suo. Come giocatore, stanno parlando i numeri, che vogliono dire record su record. Ai quali, da ultimo, va aggiunto il premio che gli è stato riconosciuto pochi giorni fa (dall’IFFHS, in occasione del “World Football Gala”, ndr) di giocatore “più popolare d’Europa”. Altro che “solo dentro al raccordo anulare”, come qualcuno si ostina a ripetere! Dal punto di vista umano, ha dimostrato fedeltà a Roma e alla Roma, al di sopra di ogni possibile interesse economico, che lo avrebbe portato a vincere molto di più, se solo avesse accettato una delle tante offerte avute in Italia e nel mondo. Se lo guardiamo con occhi extracalcistici, di lui si può dire tutto. Ma da un uomo, che ha avuto l’ironia di pubblicare un libro di barzellette, anche su se stesso, dimostrando di prendersi sul serio il giusto, francamente abbiamo tutti da imparare. Così come dal suo essere ambasciatore dell’Unicef, o pronto ad ogni iniziativa di solidarietà verso chi soffre. Spesso senza alcuna pubblicità. Se poi il problema è che , oltre ad essere romanista, è anche romano e ha un carisma indiscusso in questa à, al punto di prendersela sulle spalle, con i suoi pregi e i suoi difetti, per difenderla davanti al mondo intero siamo doppiamente orgogliosi» sottolinea Cento. Che chiude con un appello: «Non roviniamo la festa di Del Piero, per parlare male di e di Roma».