La penna degli Altri 01/05/2012 09:48
Luis Enrique: "Ho deciso ma non lo dico"
Se i dubbi degli ultimi giorni, nati nella testa di Luis Enrique più per la ribellione dellambiente che dai risultati negativi, saranno così forti da farlo mollare, la Roma dovrà cercarsi un altro condottiero, il più simile possibile allattuale. Altrimenti si va avanti insieme, tutti felici e contenti, esclusa una buona parte dei tifosi. «Ma sarebbe bello sapere - sottolinea lallenatore - qual è questa percentuale di gente che vorrebbe mandarmi via. I risultati non sono stati disastrosi e mi spiace che la genti pensi che non ce labbiamo messa tutta. Questo però è il calcio: quando non ci si identifica con la squadra perché si pensa che gli manchi carattere, si crea un clima strano e non è bello per nessuno».
Non è bella la classifica e la partita di oggi con il Chievo serve solo a mantenere accesa una fiammella di speranza per lEuropa League. «Abbiamo sprecato tante opportunità durante la stagione, fa rabbia pensare a dove potremmo essere adesso. Ma a questo punto uno ha quello che si merita. Cosa chiedo a queste ultime gare? Penso solo a preparare la gara col Chievo, vorrei vincere anche perché se arriva un'altra sconfitta non avremo tempo di lottare ancora per l'Europa. Pensiamo ancora di farcela con Catania e Cesena se vinciamo questa partita». Un messaggio recapitato alla squadra: Luis Enrique glissa sul suo futuro per togliersi la pressione di dosso e non lasciare alibi ai giocatori in questo finale di stagione. «Non è ancora finita e speculare sul futuro non mi interessa. Io sono asturiano e noi siamo tutti combattenti».
Decisamente meno lo sono sembrati i giocatori. «Ma con ragazzi così giovani bisogna avere pazienza, tra quattro-cinque anni loro stessi faranno grande la Roma, ne sono sicuro. Da questa stagione non mi aspettavo niente perché non conoscevo il calcio italiano in profondità come adesso e non ho mai parlato di un obiettivo. Volevo fare un gioco diverso, per me sono tutti migliorati, chi vuole può anche non vederlo». Sul carro sono rimasti in pochi.