La penna degli Altri 11/05/2012 09:56

La Roma a Montella

 

Preparato, però, Montella lo è da tempo, da quando lasciò la panchina a Luis Enrique. Tant’è vero che l’anno scorso, al momento della scelta della nuova proprietà, era un candidato forte. Si sa pure perché andò via. Troppo ex compagno per i giocatori della Roma. Per i senatori. Meglio la separazione. Per il bene di tutti. Della squadra e del tecnico. Lo ha riconosciuto lo stesso Vincenzino, sabato sera, dopo la visita all’Olimpico: «Sarebbe stato un errore per tutt’e due».

 

Oggi non è solo candidato. Parte in prima fila. Bisognerà forse aspettare metà della prossima settimana per l’ufficialità. Il suo nome è stato fatto da : Montella, per il ds, è il tecnico più adatto per proseguire il lavoro iniziato da Luis Enrique. Organizzazione, pressing, tecnica e velocità: le basi sono simili. Atteggiamento sempre e comunque offensivo. Con attenzione all’equilibrio di squadra e tra reparti, per la verità richiesto anche dall’asturiano, e allo spirito di sacrificio del gruppo. Il sistema di gioco è lo stesso, il . Ma l’Aeroplanino sa cambiare. Interviene sull’assetto, a seconda dell’avversario. Con il Catania ha affrontato la Roma, al Massimino nella sera della gara lampo da 30 minuti, con il 3-5-2, mentre nelll’inizio di quella partita poi sospesa da Tagliavento per impraticabilità del campo aveva utilizzato il , stessa formula vista al ritorno. L’anno scorso ha scelto quasi sempre il , ma anche il 4-3-1-2 e il 4-3-2-1. Il ds giallorosso, prima di indicarlo a Baldini che lo ha sempre stimato per la personalità e la voglia di aggiornarsi, ha studiato la sua metodologia, il modo efficace e diretto di trasferire i concetti del suo calcio ai giocatori. Ha chiesto informazioni a chi era a Trigoria negli ultimi due anni, a chi lo aveva seguito quotidianamente in campo con i Giovanissimi Nazionali e a chi lo ha accompagnato per quattro mesi, nella passata stagione, quando prese in corsa la Roma di Ranieri. ha parlato con più persone, con Alberto , Tonino Tempestilli, Aurelio Andreazzoli e qualche tecnico delle giovanili giallorosse. E con Montella. Perché Vincenzo spesso era a Trigoria. A bere un caffè al bar, nell’ufficio di Bruno Conti, al piano terra della palazzina della sede. Quando da Catania, duante questa stagione, è tornato a casa a Roma, si è sempre spostato al Bernardini. Per accompagnare il primogenito Alessio, 13 anni e attaccante: da gennaio è tesserato con il club giallorosso come lo è stato per dieci anni il papà. Tre giorni a settimana si allena con i Giovanissimi Provinciali di Rinaudo.

 

ha studiato anche le partite del Catania di Montella. Nei particolari. Qualcosa ha chiesto pure ai suoi ex compagni, ai calciatori della Roma che avevano lavorato con lui l’anno scorso: Perrotta, , e Burdisso, tanto per fare qualche nome. Per conoscere meglio l’allenatore più che l’uomo.

Chiamato dall’Inter, dalla , dal
, dal Palermo e dalla Lazio, Montella ha messo al primo posto la Roma. Ora aspetta. Vuole chiudere bene al Massimino, domenica sera, contro l’Udinese. Poi sarà a Roma. Con Pulvirenti ha parlato anche ieri. Il presidente del Catania sa come andrà a finire. Tant’è vero che negli ultimi giorni ha contattato Marino e Di Carlo. Ha provato pure a convincere Mihajlovic, per farlo tornare in Sicilia. Ma l’ex allenatore della ha detto no.


 

Il Catania e la Roma, se Pulvirenti lascerà libero l’Aeroplanino, potrebbero collaborare sul mercato, mettendo in piedi qualche trattativa. A Montella piace Marchese, fluidificante sinistro. E porterebbe a Trigoria anche Lodi e Gomez. Il club siciliano sta seguendo, invece, . Ma è ancora presto. Non è detto che prenda giocatori del Catania. Prima dovrà incontrare Vincenzo. Per valutare l’attuale organico e decidere i possibili colpi. Probabili l’epurazione spagnola e la rinuncia a Borriello. Nessun dubbio sullo staff del futuro allenatore che prevede solo il vice Daniele Russo e il Emanuele Marra. Sono con lui in Sicilia, erano al suo fianco anche a Trigoria. Li avrà ancora con sè.