La penna degli Altri 29/05/2012 11:35
Il clan degli ungheresi e le partite truccate. Coinvolti due azzurri
La nuova ordinanza si concentra su partite e personaggi già finiti a verbale in seguito alle confessioni dei pentiti Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio ma è il quadro complessivo a risultare sconvolgente. Il gip Guido Salvini paragona il calcioscommesse a Tangentopoli: «Talmente è estesa la fiducia nelle competizioni sportive e talmente elevati sono gli interessi economici che lalterazione delle partite è percepita come non meno grave dei fenomeni di corruzione che avvengono nel campo politico e amministrativo. Linquinamento etico dei calciatori e forse anche dei dirigenti non è episodico ma diffuso culturalmente». Tra gli elementi di novità cè il fatto che il pm individua una cellula «ungherese» di corruttori, che agiscono per ordine dei capi di Singapore. Uno di questi porta materialmente in Italia 600 mila euro che servono alla corruzione di Lecce-Lazio, sul cui risultato lorganizzazione aveva puntato 2 milion i . Stefano Mauri finisce in carcere perché vengono accertati suoi contatti frenetici, prima degli incontri della Lazio con Genoa e Lecce, con gli zingari (fatto sempre negato da Mauri); nellintreccio di conversazioni si inserisce anche un pregiudicato del clan camorristico Moccia, Giuseppe Senese. Con balcanici pregiudicati per droga si accompagna abitualmente anche il genoano Sculli, di cui i giudici ricordano la parentela col boss di Locri Peppe Morabito; la Procura indaga anche unaltra stella della formazione ligure, il georgiano Kakha Kaladze. Poi cè il capitolo di Antonio Conte: contro il mister pesano le dichiarazioni di Filippo Carobbio che lo indica consapevole del tarocco di Novara-Siena (2-2), partita per la quale lattaccante novarese Cristian Bertani avrebbe ricevuto 20 mila euro. Linchiesta ripropone tra gli indagati anche Beppe Signori e Luigi Sartor. Avrebbero ricevuto da Singapore oltre 400 mila euro per la corruzione di Brescia-Lecce (2 a 2) del 27 febbraio 2011, una delle poche partite «inedite» citate dalla nuova ordinanza.