La penna degli Altri 01/05/2012 10:35

De Rossi a Verona, lacrime e gioia

Di Vucinic e Daniele i gol che fecero sperare nel miracolo. Furono inutili. Ed è storia nota. Non era, quella, la prima volta che segnava al Chievo. Lo aveva già fatto nella stagione 2005-2006. Sei anni e un giorno fa visto che era il trenta aprile: doppietta in un quarto d’ora nel primo tempo, in porta Fontana. Una partita con mille occasioni, terminata 4-4 (per la Roma in gol anche Taddei e ) che vede Daniele prima approfittare di una dormita colossale di Lanna e poi, su cross di Taddei, saltare più in alto di tutti e regalarsi la gioia di una doppietta. La prima della sua carriera in serie A. A completare quella giornata anche l’assist, sempre per Taddei, per il gol del momentaneo vantaggio giallorosso. Una giornata da ricordare, anche se per il Bentegodi sarà sempre legato a quella partita di quel maggio là, l’ultima trasferta libera prima dell’introduzione della Tessera del Tifoso. «Siamo venuti qui per vincere - le sue parole quel giorno al fischio finale, con gli occhi ancora lucidi - e speravamo che a Siena succedesse qualcosa. Questo comunque resterà un anno indimenticabile. Non so dire altro, ho abbracciato ma sarebbe ingeneroso dire che noi romani eravamo gli unici colpiti. Ho visto gente nata a migliaia di chilometri da Roma piangere nello spogliatoio. Il Mondiale? Adesso non ci penso. Penso solo a quello che poteva essere e non è stato ».

Sono passati due anni, sembra una vita. Soprattutto per quello che è successo a Roma e alla Roma. è sempre lì, al suo posto. Col contratto rinnovato da un paio di mesi, con un Europeo alle porte e una stagione difficile da mettersi alle spalle. Spesso quest’anno è stato il migliore, negli ultimi tempi ha dovuto fare i conti con qualche problema fisico di troppo, ha scoperto, chissà, di poter giocare un giorno anche come centrale di difesa. Adesso non ci pensa. Per necessità lo ha fatto e se serve lo rifarà, ma si sente un regista. E’ lì che da il meglio di sé. E vuole farlo a partire da oggi per provare, quantomeno, a raggiungere un posto in Europa League. Al momento del rinnovo ha chiesto - e ottenuto - dalla società garanzie sulla competitività della squadra, restare fuori dalle Coppe sarebbe una delusione troppo grande. Così come sarebbe una delusione l’addio di Luis Enrique, il tecnico che , anche in tempi non sospetti, ha sempre sostenuto. Pubblicamente e privatamente. Daniele si è esposto per lui, adesso, come i compagni, aspetta di conoscere la sua volontà. Pronto, se decidesse di restare, a partire insieme a lui con i migliori auspici anche l’anno prossimo.