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La penna degli Altri 26/05/2012 11:21

Bruno Conti: "Roma, la mia vita"

Calcio che per Conti era innanzitutto un divertimento: «Non dimenticherò mai quando Liedholm mi portava, da Primavera, agli allenamenti al campo Tre Fontane e prima di un’esercitazione sui fondamentali mi chiamava per far vedere a gente della prima squadra, come De Sisti e Cordova, come si svolgesse. Era un divertimento, mi riusciva naturale, avevo sempre questa voglia di migliorarmi. Lui mi ha insegnato stop di tacco, di stinco, di coscia, d’interno, d’esterno, come facevi a non divertirti?». Calcio che gli ha dato amici veri e avversari da rispettare: «Carlo e Roberto Pruzzo sono amici veri. Con Carlo dividevamo la camera, eravamo in Nazionale, le famiglie si frequentavano. Con Roby abbiamo condiviso, prima di trovarci alla Roma, l’anno al e il militare, vivevamo assieme. Ma il compagno più forte che ho avuto è stato Prohaska, serietà e professionalità incredibili. L’avversario? Quel cagnaccio di Claudio Gentile!».

Una carriera di successi l’ha portato a diventare una bandiera della Roma, e anche errori che rifarebbe: «Il rigore con il Liverpool e il non andare al : quando ci abbracciavamo da capitani, Maradona mi diceva sempre di raggiungerlo, ma se sei innamorato di questa maglia e di questa gente, si fanno scelte diverse». E poi ci sarebbe il Mondiale di Spagna: «Abbiamo capito che l’avremmo vinto dopo aver passato il turno con l’Argentina e il Brasile. Ricorderò sempre, finito il primo tempo della finale, la reazione di Bearzot con Cabrini, ma non perché aveva sbagliato il rigore, bensì perché era a pezzi. L’ha insultato, l’ha fatto saltare in aria per spronarlo».

Dai ricordi alla Roma di ieri, quella che contribuisce a costruire da anni con il lavoro nel settore giovanile. «Un giocatore che mi somiglia? , per il legame con la à e la società. Lui anzi ha fatto molto più di me per i record e gli infortuni che ha subito. invece deve dimostrare di arrivare ai livelli di Francesco, perché poi sono i numeri quelli che contano. Ma dopo Di Bartolomei, me Giannini e mi aspetto sicuramente Daniele».

 

 

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