La penna degli Altri 27/04/2012 09:45

Villas Boas sfida Prandelli

Quel giorno sarà presente anche Pallotta. Che però, anche a nome dei suoi soci, ha dato carta bianca a Baldini. E si continua a fidare. Il , proprio per questo motivo, si è preso tutta la responsabilità del fallimento. E non ha alcuna intenzione di andarsene, almeno fino a quando la proprietà non lo metterà in discussione (ha almeno due offerte importanti, dal Tottenham e dall’Inter). Non scappa, però. E sarà l’aspetto fondamentale per ricominciare. Perché toccherà sempre a lui a scegliere il tecnico, anche per l’anno prossimo. Ma Baldini non ha cambiato idea: Luis Enrique deve rimanere. Lo ha ribadito in un vertice a Trigoria, ieri pomeriggio, in cui i dirigenti, per primi e , hanno cercato di approfondire le cause della crisi della squadra giallorossa. Il , però, si deve preparare al peggio (per lui, non per i tifosi che ormai hanno scaricato l’asturiano). Lucho, anche se in ogni conferenza stampa cambia versione, potrebbe salutare dopo Cesena-Roma, rinunciando alla seconda stagione da passare a Trigoria. Baldini, dunque, si dovrà presentare preparato quel giorno. Con il candidato giusto in caso di successione. Due nomi sono scontati: Cesare Prandelli, portato in giallorosso già nel maggio del 2004, e André Villas Boas, cercato a lungo nell’estate scorsa quando stava per lasciare il Porto. Il primo, 54 anni, guiderà la Nazionale al prossimo Europeo: il suo contratto scade il 30 giugno 2014. Il portoghese, 34 anni, è stato esonerato in questa stagione dal Chelsea: è, dunque, libero. Per prendere Prandelli c’è da sfidare l’Inter, più veloce a contattarlo e con la speranza di convincere pure Baldini. Che ha un gran bel rapporto con il ì azzurro. Per la verità il giallorosso è diventato amico anche di Villas Boas. Che, pur avendo già fatto esperienze vincenti da secondo con Mourinho all’Inter e da primo al Porto, è più giovane di Luis Enrique. Una seconda scommessa sarebbe rischiosa.

L’elenco, volendo, si può allungare. Perché Fabio Capello, mercoledì sera, ha detto chiaramente di voler allenare un club. Anche in Italia. E, alla Roma, direbbe sì. Come fece con il Real, la seconda volta, lui che aveva garantito che mai sarebbe tornato una seconda volta nella stessa squadra. Accadde con la , club che, a sentir lui, non avrebbe mai guidato. In molti lo vedono direttore tecnico al Milan. Altri qui. Solo la proprietà statunitense, per dare più visibilità al club giallorosso all’estero, potrebbe forzare la mano a Baldini, legatissimo all’ex ì dell’Inghilterra. Perché il giallorosso, e anche , sono contrari all’inversione di rotta. Capello lavora solo con i campioni. Per vincere subito. Qui il progetto, con calciatori di prospettiva, è più lungo. Baldini ripete spesso che nessuno ha chiesto a Luis Enrique di arrivare almeno terzo. Insomma anche la partecipazione in Europa League sarebbe un grande risultato. Quindi meglio i giovani. Come il francese , 48 anni, ora al Lilla e già seguito l’anno scorso. O lo spagnolo Unai Emery, 41 anni, del Valencia: proprio ieri ha fatto sapere che lascerà la società spagnola. Il ds , invece, vota ancora per l’argentino Marcelo Bielsa, 56 anni, dell’Atletico Bilbao. Il sogno di Baldini, invece, è da sempre Pep Guardiola. Ma è ancora troppo presto per realizzarlo.

Clicky