La penna degli Altri 14/04/2012 10:12

Un anno a stelle e strisce. Gioco d'attacco e nuovo stadio: così cresce la Roma

 
Dirigenza & Squadra Innanzitutto la squadra dirigenziale scelta per portare avanti il progetto. Franco Baldini d.g., d.s e Claudio a.d.: una trimurti che ha fatto parlare addirittura di rivoluzione culturale in arrivo. Affermazione impegnativa? Probabilmente sì, ma di sicuro le scelte più innovative sono state fatte proprio sul fronte squadra. Innanzitutto l'idea Luis Enrique. Piaccia o meno, l'allenatore spagnolo ha portato un tipo di gioco d'impronta barcelloniana che ha fatto della vocazione offensiva un mantra irrinunciabile, anche a costo di penalizzare la classifica. La chiara applicazione del codice etico casi Osvaldo e come la scelta di non parlare di arbitri sono state svolte importanti, così come il dispendioso mercato oltre 40 milioni, teso alla caccia della «meglio gioventù» è stato diverso e di prospettiva.
Società In cima alla piramide la gestione è stata più complicata, soprattutto in avvio. La stessa composizione della proprietà 60% alla cordata Usa rappresentata dai magnati DiBenedetto, Pallotta, Ruane e D'Amore; 40% a UniCredit, che aveva il doppio ruolo di venditore dell'asset e co-gestore all'inizio ha portato qualche ruggine che ha fatto slittare il closing ad agosto. Detto questo, la gestione corrente può ora contare sul supporto finanziario di UniCredit a tassi d'interesse intorno al 4,5%, che nell'ultima semestrale vantava crediti per circa 70 milioni e si appresta, insieme ai soci di maggioranza a varare una prima ricapitalizzazione di 50 milioni entro fine maggio la parte della banca è stata già versata e una seconda addirittura di 135, visto che il prossimo bilancio dovrebbe chiudersi con una perdita intorno ai 55 milioni. Proprio le ricapitalizzazioni in arrivo porteranno a una grande novità: l'uscita dalla Borsa. Da notare che al momento della collocazione del 2000 il titolo valeva 5,5 euro e ieri appena 0,48.
 
Obiettivo Howedes Una cosa è certa: il presidente DiBenedetto, nonostante il suo ritorno di domani, ha ora un ruolo solo di facciata, visto che il Cda del 14 dicembre gli ha tolto tutte le deleghe. Se la composizione delle quote della LLC — cioè la società che gestisce il pacchetto di controllo della cordata Usa — è misteriosa, il vero uomo forte è , che infatti ha imposto un suo uomo Mark Pannes come secondo a.d. E un paio di accelerate, infatti, sono da segnalare: la partnership di 6 anni con la Disney per lo sviluppo del marchio e la vicenda stadio, affidata alla Cushman & Wakefield controllata dagli Agnelli per il reperimento dell'area e all'architetto Dan Meis per la progettazione. Tempi? Non prima del 2015. Abbastanza per sperare che nel frattempo sul fronte successi qualcosa si cominci a raccogliere. E proprio per questo il prossimo mercato, su cui si investirà un cinquantina di milioni, stavolta non sarà puntato sui baby ma su giocatori già pronti, stile il difensore tedesco Howedes Schalke. Titoli di coda sul tweet di Pannes, che ieri scherzava sul fatto che sta imparando «il triplice fraterno abbraccio massonico», alludendo al dossier ai danni di alcuni dirigenti della Roma su cui indaga la Procura. Consiglio: tra le glorie ottocentesche Mazzini e le tristezze novecentesche Gelli e la P2, sulla massoneria in Italia meglio scherzare poco.