La penna degli Altri 21/04/2012 10:34

Totti vuole allungare: «Gioco fino a 40 anni»



La storia
Poteva finire come con Ale e la ? Certamente, non era partita col piede giusto, la conoscenza di con la nuova proprietà, né la storia con Luis Enrique: escluso, sostituito, bistrattato, il capitano si sentiva ai margini del nuovo progetto, forse meditava pure un clamoroso addio, destinazione Stati Uniti. Proprio come Del Piero. Cattivi pensieri che le partite hanno portato via. Racconta : «Mi sono sempre messo a disposizione della squadra. E quando ho giocato non ho fatto troppo male, così il mister ha iniziato a prendermi più in considerazione». Già, se oggi dice a proposito di Luis Enrique che «il suo obiettivo è portare una nuova mentalità in Italia. Mi piace il suo sistema di gioco e sono sicuro che presto potrà rivelarsi vincente», è perché col passare dei mesi il capitano ha riguadagnato il centro della scena, dimostrando umiltà e altruismo: ha accettato la nuova collocazione impostagli da Luis Enrique, più vicino al centrocampo che alla porta avversaria, sacrificando la sua voglia di gol (ne ha segnati appena cinque). Al netto degli acciacchi che ogni tanto hanno fatto capolino, è sceso in campo ogni volta che ha potuto, forse pure troppo. E quasi sempre titolare. Non lo ha preteso lui, glielo ha chiesto Luis Enrique: «La squadra ha bisogno del tuo carisma».



Romanista di più
Perché alla fine, in un modo o nell'altro, si torna sempre da lui. Troppo grande il peso specifico che ha nella Roma perché la sua stagione potesse ricalcare quella di Del Piero alla . «Anche se ho avuto diverse possibilità di lasciare la Roma - ha raccontato ieri - ancora oggi non riesco a immaginarmi con un'altra maglia. E poi non so come avrei potuto spiegarlo ai miei figli. L'amore ha la precedenza su tutte le offerte che ho avuto, e sono felice per la mia decisione. Questo per me ha significato più della vittoria di un Pallone d'oro». Parole che avrebbe pronunciato volentieri anche Del Piero.