La penna degli Altri 29/04/2012 11:06

Simplicio il piede, Totti la faccia

Tutta la Roma sotto la a chiedere scusa ai tifosi per un anno da dimenticare. guida la squadra. Il meno colpevole è il primo a scusarsi. E quando si avvia verso la pista d’atletica si gira e aspetta i compagni. Ci sono tutti. è accanto a lui. Francesco ascolta. Non sa che dire. C’è poco da dire, dopo l’ennesima serata storta. La Roma affronta il , non perde ma doveva vincere per correggere la situazione. Gioca un buon primo tempo, si divora occasioni, passa in vantaggio con Marquinho ma nella ripresa viene messa sotto dal che rimonta con Zuniga prima e Cavani poi.

Il pareggio arriva allo scadere con Simplicio ma, per i tifosi, cambia poco o nulla. In classifica e pure nel morale della gente. Che lascia lo stadio fischiando e salvando solo il . E chiedendo, soprattutto, “Luis Enrique dove sta?”. Il tecnico era già sceso negli spogliatoi quando la squadra è andata sotto la Sud (...)

Aveva scelto la Roma più logica: in porta al posto di Curci, Rosi a destra e Taddei a sinistra, Marquinho a centrocampo con Gago e . Il primo tempo è di marca romanista anche se il quando attacca fa paura: Cavani al volo tenta la deviazione da corner sul primo palo ma il pallone esce di un soffio. La Roma tiene palla, il riparte e quando Marquinho sbaglia un passaggio per Kjaer servendo Cavani si teme il peggio: l’attaccante passa a Hamsik che entra in area e scarica addosso a . La Roma risponde con Bojan che prima ferma Cavani lanciato a rete – errore di Taddei – poi mette a sedere Maggio e crossa morbido in area dove non c’è nessuno. Il brasiliano prova a farsi perdonare con un tiro da 25 metri ma respinge.

Il del respinge anche una botta di direttamente sui piedi di Gago che in corsa e a porta spalancata manda fuori. L’argentino si dispera, Luis Enrique pure i compagni pure, i tifosi neanche a dirlo. La Roma sembra essersi sbloccata: dal limite dell’area ci prova Bojan, preciso che toglie dal palo e manda in angolo. Si gioca a una porta: cross di Bojan, Marquinho di testa manda di poco sopra la traversa. Al 40’ la Roma passa: lancia Rosi, cross perfetto per Marquinho che in corsa al volo fa 1-0 sotto la Sud. Terzo gol stagionale per il brasiliano e vantaggio strameritato per la Roma.

In tribuna esultano Burdisso, Osvaldo, Viviani, Lamela e Pigliacelli che, per festeggiare, danno qualche schiaffo in testa a . Si va al riposo sull’1-0 e con la sensazione di una squadra un po’ più sicura di se stessa e infatti Luis Enrique non cambia niente. Cambia invece la partita: dopo tre minuti il pareggia con un’invenzione di Zuniga che da 25 metri spara un su cui parte in ritardo ma che, effettivamenbte, era forte e preciso. La Roma reagisce subito con un bel sinistro di Marquinho che termina di poco a lato. Mazzarri prova a vincere : fuori Dzemaili, dentro Pandev. Luis Enrique aspetta ancora.

E il va vicino al vantaggio con un pallone vagante in area che Heinze tocca quel tanto che basta per mandare fuori. Ed è sempre il che attacco: , Kjaer e Taddei ci mettono una pezza, Mazzarri, sempre in piedi, incita i suoi a non fermarsi, Luis Enrique riflette in piedi al limite dell’area tecnica. Il si divora di tutto: Zuniga tira alto sopra la traversa, Maggio solo davanti al scarica addosso a , Cavani invece di servire i compagni liberi in area tira e manda a lato. Il gol è nell’aria e puntuale arriva con l’attaccante dell’Uruguay al minuto 22: riceve da Pandev, si libera di Kjaer, guarda il palo più lontano e piazza un a giro che non lascia scampo a .

La Roma è sotto choc: Bojan prova un che finisce dritto dritto nelle braccia di , e Marquinho provano a inventare qualcosa ma il è attento e fa buona guardia.

Luis Enrique a 20’ dalla fine cambia: fuori e Bojan, dentro Simplicio e Tallo. (...) E proprio dai nuovi arrivati arriva il pareggio della Roma: Tallo mette in mezzo un cross perfetto, il brasiliano supera Zuniga e pareggia in velocità.

Al settimo cielo, corre addirittura fino in Monte Mario per abbracciare la moglie e il figlio. E’ l’unica gioia. Almeno lui è felice. E lascia il campo un po’ più sorridente degli altri