La penna degli Altri 13/04/2012 10:58

Prima volta del fattore P

Che per il di Rignano Flaminio potesse essere la settimana buona per passare da ventiduesimo a dodicesimo era chiaro già da martedì, quando Curci era rimasto a casa per un’influenza e, per quanto regolarmente convocato la mattina seguente, tutto lasciava pensare che alla fine in panchina sarebbe andato Pigliacelli. D’altra parte, su di lui Luis Enrique sa di poter contare sin dall’estate, visto che lo ha portato in ritiro a Riscone per il secondo anno consecutivo (è l’unico giocatore delle giovanili a esserci riuscito, nel 2010 era con Ranieri appena diciassettenne) e poi lo ha convocato come terzo ogni volta che gli è mancato uno fra Stekelenburg, e Curci finché l’infortunio del romeno lo ha spostato stabilmente in prima squadra, anche se fino a due giorni fa aveva trovato posto soltanto in tribuna. Invece è tornato a mettere piede all’Olimpico giusto un paio di settimane dopo la finale di Coppa Italia, quella buona, visto che l’altra, quella del 2011 con la , gli evocava brutti ricordi

. A scacciarli ci avrà pensato anche la vicinanza del suo eterno secondo, quel Proietti Gaffi che con lui ha vinto due scudetti sotto età, ma senza giocare e che oggi per forza di cose è il suo primo tifoso, dal momento che con Pigliacelli in prima squadra, la porta della Primavera passa a lui. Diciotto anni da compiere a maggio, Francesco con la Roma dei grandi non aveva neanche il numero, anche perché in autunno ha passato quasi due mesi fermo per infortunio, al punto che quando Pigliacelli andava con Luis Enrique, in Primavera giocava il ’95 Riccardo Tassi. Una rivincita sulla sfortuna, la chiamata di mercoledì, e pazienza se quasi non ha avuto il tempo di metabolizzarla. Ormai la maglia numero 28 ce l’ha, magari prima o poi starà anche nella stessa formazione del 93 di Pigliacelli.