La penna degli Altri 20/04/2012 10:18
Le otto meraviglie della nostra storia
29-3-1936: JUVENTUS-ROMA 1-3 La prima vittoria della Roma in casa della Juve merita senza ombra di dubbio di essere definita storica non solo in quanto tale, ma anche perché i bianconeri, primi in classifica, non perdevano una gara tra le mura amiche da ben quattro anni! La Roma, che stava vivendo un momento di forma strepitiso, riuscì nellimpresa di fermarli e leroe giallorosso di giornata fu Dante Di Benedetti, autore della doppietta con cui contribuì a fissare il 3-1 per i giallorossi dopo il gol iniziale del suo compagno di squadra Cattaneo propiziato da lui stesso, seppur involontariamente. Un rinvio di Rosetta, infatti, lo colpì al volto facendo finire il pallone tra i piedi di Cattaneo, che non ci pensò due volte ad infilare la porta bianconera. Colpita nellorgoglio la Juve si riversò nella metà campo giallorossa, esponendosi però al contropiede degli ospiti, che la infilarono altre due volte proprio con il loro giovane centravanti. Quel successo fu uno degli otto conquistati dalla Roma nelle ultime dieci partite del campionato 1935-36 (più due pareggi) che la vide chiudere al secondo posto ad una sola lunghezza di distanza dal Bologna nonostante non avesse più perso dal primo marzo in poi.
11-4-1943: JUVENTUS-ROMA 1-2 Alla terzultima giornata di un campionato deludente la Roma ancora Campione dItalia in carica (seppur ancora per poco) riuscì quanto meno a regalare un sorriso ai propri sostenitori andando a vincere per 2-1 in casa della Juventus. Le reti furono segnate da Amadei e Coscia, mentre per i bianconeri fu Magni ad accorciare le distanze. Come scritto, con quella vittoria la squadra strappò un sorriso ai propri tifosi, provati dalle difficoltà e dagli stenti di una vita che aveva già conosciuto lorrore della guerra, che presto, purtroppo, sarebbe diventata di casa anche nella Capitale. In campo sportivo, dopo lesaltazione per la conquista del titolo di un anno prima, la Roma era ripiombata nellanonimato di un campionato grigio, nel quale si era messo in luce il Torino, che nel dopo guerra si fregerà giustamente dellaggettivo grande per poi non lasciarlo più. Nonostante il predominio dei granata, però, la Juve era pur sempre una delle squadre più forti del campionato e il successo della Roma venne commentato da tutti con stupore. Nelle ultime due partite, però, i giallorossi non seppero dargli seguito, tanto che persero in casa con il Genoa e a Trieste.
6-1-1957: JUVENTUS-ROMA 1-2 Il 2-1 conquistato dalla Roma a Torino nel giorno della Befana del 1957 fu la vittoria di Da Costa e di una squadra che faceva della qualità la sua arma migliore, a scapito, però, della velocità di esecuzione. Ma se ai tanti solisti giallorossi veniva lasciato lo spazio per mettere in mostra le loro indubbie qualità non ce ne era per nessuno e così fu anche per la Juve, che quel giorno scese in campo con laria saccente e boriosa di chi pensa di far un sol boccone dellavversario. Così non marcò come avrebbe dovuto limprendibile Ghiggia e il micidiale Da Costa, finendo con il subire un tremendo uno-due da questultimo tra il 40 e il 41 del primo tempo. Due reti che indirizzarono chiaramente il match in favore dei giallorossi, che nella ripresa tennero bene il campo di fronte al ritorno dei padroni di casa, con il portiere Tessari che alla fine risultò uno dei migliori, anche perché fu del tutto incolpevole in occasione del gol con cui il bianconero Colobo accorciò le distanze. Per tutti i giornali dellepoca il successo della Roma, anche se ampiamente imprevedibile, fu meritatissimo e frutto della miglior organizzazione tattica messa in campo quel giorno dai giallorossi.
5-11-1967: JUVENTUS-ROMA 0-1 Per la Roma di Oronzo Pugliese linizio del campionato 1967-68 fu davvero trionfale, ma purtroppo durò poco. Appena otto giornate, nelle quali mise insieme quattro pareggi (tra i quali l1-1 in casa dellInter della prima giornata) e altrettante vittorie, la più importante e bella delle quali fu proprio quella conquistata alla settima di campionato sul campo della Juve. Un 1-0 firmato da un bel gol di Fabio Capello, numero otto e regista di quella squadra e dalle belle parate di Ginulfi, alla fine uno dei più felici per il successo. Quellimpresa mandò in estasi i tifosi, che corsero in massa alla Stazione Termini per accogliere e portare in trionfo i propri beniamini, a cominciare ovviamente dallallenatore. In molti già sognavano un torneo di vertice, con la squadra giallorossa magari impegnata nella corsa allo scudetto fino alla fine. Ma purtroppo non fu così, perché dopo quellavvio così esaltante la Roma si ammosciò, per poi chiudere il campionato addirittura al decimo posto, alla pari con la Sampdoria e dietro a Varese e Cagliari. Quel giorno a Torino, però, resta una dei più memorabili dellavventura del tecnico di Turi sulla panchina romanista.
1-11-1981: JUVENTUS-ROMA 0-1 L1-0 a Torino con la Juve con gol di Falçao fu la vittoria dellorgoglio e della ribellione verso ogni sopruso. Appena sei mesi prima, proprio al vecchio Comunale di Torino, alla Roma era stato scippato uno scudetto nel modo più indecoroso possibile, col famoso gol ingiustamente annullato a Turone. Limmediato ritorno sul luogo del misfatto, dunque, fu atteso da tutti i romanisti come il momento del riscatto. Vincere divenne limperativo, anche se a Torino la Roma non ci riusciva da ben tredici anni! Potete, dunque, immaginare la gioia di chi salì in Piemonte al seguito della squadra quando, al 4 del secondo tempo, proprio colui che aveva incarnato i panni del fiero avversario juventino e della riscossa romanista sui bianconeri, Falcao, su un cross basso dalla sinistra di Conti, si incuneò tra Zoff e Brio beffandoli con un tocchetto di punta con cui infilò la palla nella stessa porta in cui aveva segnato Turone senza che stavolta nessun arbitro o guardalinee si sognasse di annullare il gol. Era l1 novembre 1981, si giocava la settima giornata del campionato 1981-82. Indimenticabile!
23-12-1995: JUVENTUS-ROMA 0-2 Natale era ormai alle porte e la Roma di Mazzone, reduce dalla bella vittoria di Napoli della domenica precedente, voleva a tutti i costi festeggiarlo alla grande uscendo indenne dalla trasferta in casa della Juve di Lippi. La truppa giallorossa stava disputando un campionato sicuramente più dignitoso di quello della stagione precedente, ma salì a Torino con lo scopo di strappare un punto e dare seguito alla serie positiva della quale era protagonista. Contro ogni aspettativa, però, disputò una grande partita, nella quale riuscì a passare in vantaggio con Balbo al 45 e a portare a casa la vittoria nonostante la successiva espulsione di Lanna, che la costrinse a giocare in dieci tutta la parte finale della gara. Linferiorità numerica, però, non pesò troppo sui giallorossi, che anzi trovarono perfino la forza per raddoppiare al 66 grazie ad una autorete di Ferrara, che la Roma aveva tanto inseguito per poi vederselo strappare dalla Juve di Moggi. Il 2-0 fu il giusto premio per Mazzone e i suoi, che chiusero lanno con i due botti nelle trasferte di Napoli e Torino consentendo così ai propri sostenitori di passare le feste come meglio non avrebbero potuto.
29-9-2001: JUVENTUS-ROMA 0-2 Ci sono gol che restano incancellabili nel tempo. Una rovesciata, una rete brutta ma importante, una bomba su punizione. Ecco, uno di questultima specie fu quello che sbloccò lo 0- 0 di Juventus-Roma del 29 settembre 2001. A segnarlo, quasi dalla tre quarti campo, fu uno che di calci di punizione dal limite se ne intendeva eccome, Gabriel Omar Batistuta, che al 37 infilò Buffon con una rasoiata di destro della quale sentiamo ancora oggi il botto. La Roma giocava con lo scudetto sul petto, conquistato nel campionato precedente anche per il 2-2 arrivato nel recupero proprio a Torino con un gol di Montella. Un pareggio che merita di essere ricordato come una vittoria, tanto fu importante e decisivo per la classifica. Quel successo del campionato seguente suggellò una supremazia giallorossa che inorgoglì i sostenitori della Lupa e fece schiumare di rabbia quelli della zebra, anche perché poco dopo l1- 0 proprio Batistuta venne assurdamente espulso dallarbitro Cesari. Ma nonostante linferiorità numerica la Roma tenne e al 93 riuscì addirittura a raddoppiare con Marcos Assunçao, che fissò un 2-0 impietoso e senza appello per i bianconeri padroni di casa, ma carico di gloria ed entusiasmo per la Roma.
23-1-2010: JUVENTUS-ROMA 1-2 La Roma non vinceva a Torino dal 2001 e in casa della Juve Totti non aveva mai segnato. Ma stavolta i giallorossi di Ranieri arrivavano in Piemonte in piena rincorsa allo scudetto e in un vero e proprio stato di grazia: limpresa sembrava possibile. Poi, però, Del Piero andò in gol e le nubi della maledizione torinese si riaffacciarono sullorizzonte romanista. A quel punto in molti ricordarono che nelle precedenti 11 partite in cui Ranieri aveva affrontato la Juve non aveva mai vinto (3 pareggi e 8 sconfitte) e allora un altro tabù si aggiunse ai tanti succitati e la mente dei romanisti cominciò a vedere solo nero. Ma allimprovviso, nel secondo tempo, il cielo sopra Torino si rischiarò e un rigore tanto giusto quanto provvidenziale rimise la Roma in carreggiata. A segnarlo ci pensò Totti e uno dei tre tabù che ci avevano assillato nel primo tempo cadde. Ma il bello doveva ancora venire, anche se dopo il pari la partita sembrava per tutti incanalata sull1-1. Per tutti ma non per Riise il roscio, che innescato da Pizarro si involò verso la porta bianconera per siglare la rete della vittoria. 2- 1 e tutti a casa, con buona pace dei tabù, che a pensarci bene esistono proprio per essere sconfitti.