La penna degli Altri 05/04/2012 11:28

Il calcio squalifica Moggi. A vita

E dire che Moggi ci aveva provato anche questa volta. L’ex juventino assieme a Giraudo, ex amministratore delegato bianconero, e Mazzini, ex vicepresidente della Figc, avevano presentato ricorso all’Alta Corte di Giustizia del Coni contro le decisioni dei primi due organi di giustizia sportiva nell’ambito del procedimento su Calciopoli. Il provvedimento di radiazione era già indicato nelle prime sentenze dell’estate 2006 ma era a lungo rimasto in naftalina in attesa che la "richiesta di preclusione" fosse trasformata nella "preclusione" vera e propria. Il presidente Giancarlo Abete decise infatti di chiedere proprio alla Corte di Giustizia federale, e quindi all’Alta di Corte di Giustizia Sportiva presso il Coni, un parere su chi avrebbe dovuto prendere la decisione della "preclusione". Si decise che era necessario un nuovo processo, con tanto di una nuova accusa condotta dal pocuratore Palazzi che portò alla sentenza di radiazione del 15 giugno 2011 emessa dalla Commissione disciplinare della Figc. Arrivò ovviamnete il ricorso. E con esso la seconda sentenza. Il 9 luglio 2011 la Corte Federale confermò la radiazione per l’ex bianconero. Altro ricorso e il 27 ottobre 2011 l’Alta Corte del Coni, ultimo grado di giudizio, dichiarò di dover acquisire nuove prove. Facendo slittare dunque la sentenza. Fino a ieri. È finita? Dovrebbe, anche se Moggi non si arrende. «Radiazione confermata? Tanto avevo già messo in conto di andare in Europa...» ha commentato ieri l’ex (ormai) dirigente. La sentenza emessa dall’Alta Corte riporta solamente il dispositivo, per le motivazioni si dovrà aspettare ancora qualche giorno. Per questo i legali di Moggi preferiscono non esporsi. «Posso dire che allo stato degli atti non sono d’accordo con questa sentenza. Non ho ancora letto le motivazioni, se non saranno convincenti decideremo se e come impugnarla», ha spiegato all’AdnKronos l’avvocato Federico Tedeschini. Moggi, però, ha già deciso: «Mi rivolgerò alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, su questo non ci sono dubbi». Determinato come sempre a portare in fondo la sua verità. La presunzione d’innocenza non si nega a nessuno, nemmeno a chi ha rovinato la nostra passione più grande. Ma per il mondo del calcio oggi deve essere un giorno felice. Un nuovo inizio. Una rinascita. Che sarà libera e sgombra da certi personaggi. Senza dimenticare, per non ricascarci. Con la speranza che nessuno ci rovini più questo gioco. Mai più