La penna degli Altri 03/04/2012 09:57

Florenzi «Vorrei essere il Fabregas della Roma»

«Mi viene naturale seguire l’azione negli ultimi venti metri. Se va bene sono lì pronto, altrimenti indietro tutta e si ricomincia».



A Crotone si stropicciano gli occhi. Con i suoi gol sta praticamente salvando la squadra calabrese.

«E’ una gran bella squadra, ci aiutiamo tutti, vince il senso d’appartenenza. La salvezza è un obiettivo possibile». 



Gol di ogni fattura: , sinistro, testa, rovesciata acrobatica. E a Padova la prima doppietta.

«Qualche gol l’ho sempre fatto, anche nella Primavera della Roma. Restava da vedere se sarei stato capace di farne anche in un campionato duro come quello di B. (...)



Sembra anche, come dicono personaggi illustri, che possa giocare anche in serie A, nonostante i 21 anni appena.

«Io gioco, mi diverto, lavoro anche per quello. Sto crescendo ma devo migliorare ancora».



La Roma si sta interrogando.

«Io sono qui, sanno dove trovarmi. A giugno me ne torno a casa a Vitinia e si vedrà».



Nel frattempo è diventato anche titolare nell’Under 21.

«Un’occasione unica, sono stato bravo e fortunato a sfruttarla. Ringrazio Ferrara che ha creduto in me. Ricordo che in avvio di campionato Menichini mi chiese se potevo giocare terzino visto che in quel ruolo non aveva nessuno. Terzino?!! Ok mister, mi dia quella maglia. Così sono diventato titolare in B e Ferrara in quel periodo, fine agosto primi di settembre, cercava giocatori già pronti sotto il profilo dei minuti nelle gambe. Da lì all’esordio in Ungheria sono passati pochi giorni». 



Ci racconti com’è nato il “fenomeno” .

«Semplice. Ho iniziato con l’Axa, poi con l’Acilia dove tra l’altro i miei genitori gestiscono il bar del centro sportivo; e dopo ancora la Lodigiani. Qui Attilio Olivieri, un osservatore, mi ha segnalato alla Roma. In giallorosso ho fatto tutta la trafila, fino alla Primavera di cui, e ne vado orgoglioso, sono stato il capitano fino al giugno scorso, quando abbiamo vinto lo scudetto».



Viviani, Antei, Caprari, a Brunico con Luis Enrique. a... Crotone.

«So cosa significa questa domanda, ma credo che forse sia stata la mia fortuna. Forse non staremmo qui a parlare di dieci gol, di Under 21 e di un possibile ritorno. A proposito, mi ha fatto i complimenti...».

Giocatore di riferimento?

«, non si discute. Gli ho fatto anche da raccattapalle. Sono romano e romanista da sempre, andavo in a tifare giallorosso. (...)». 



Scusi, ma quanti anni ha questa Ilenia?

«Diciotto. Sì, andava in curva che ne aveva appena 13 e io anche prima».



il punto di riferimento, ma Cesc Fabregas il modello.

«Vero, un centrocampista al quale vorrei assomigliare, uno che gioca ovunque e bene. Io in piccolo... (...)».



Dunque anche Luis Enrique.

«Mi piace la proposta di gioco dell’asturiano. L’idea di un gioco che prediliga il possesso palla».



Ci si vede in questa Roma?

«Lo sta chiedendo al capitano della Primavera e a un tifoso inossidabile. Potrei anche non rispondere... Però rispondo: se c’è la possibilità, se la Roma crede in me, sarei orgoglioso di provare a vestire quella maglia che amo da sempre. Altrimenti io mi rimetto al lavoro con umiltà e determinazione. Anche se l’obiettivo resta sempre quello».