La penna degli Altri 27/04/2012 10:33
Finire bene, poi decidere
La Roma però, che pure in alcuni momenti della stagione aveva fatto vedere del grande calcio, ora ha paura. Di tutto. Subisce lavversario, pare quasi incapace di giocare a pallone. Ma è davvero così? No, ovvio. Sarebbe da incompetenti pensare che Pjanic non sappia più stoppare una palla o Taddei mettere al centro un cross decente. La Roma sa come si fa, solo che ha un inconscio timore a farlo. Questa sembra essere una delle spiegazioni. Ma la dimostrazione che la squadra ha i mezzi per tornare a vincere lhanno data le occasioni - su tutte, quella di Totti - avute nella ripresa contro la Fiorentina. Primo tempo inguardabile. Secondo tempo, vuoi per la reazione di Luis negli spogliatoi, vuoi per i cambi, padroni del campo fino alla mazzata del1- 2 finale. In questi ultimi 360 minuti la Roma si gioca il suo futuro. Luis Enrique lo sa ed è per questo che ieri era proiettato solo verso il Napoli. Perché un eventuale successo, lo dicevamo prima, consentirebbe alla Roma di conquistare quel morale indispensabile per giocarsi tutto nelle ultime tre (non proibitive) gare di campionato. Luis Enrique può contare ancora sulla squadra. I giocatori non lo hanno mollato. Amano la lealtà di questo allenatore, che ha sempre fatto ricadere su di sé le responsabilità delle sconfitte.
«Non è Luis Enrique il problema», ha detto subito dopo la partita con la Fiorentina Daniele De Rossi, «penso che sia uno dei più bravi. Mi hanno allenato Capello, Lippi e Spalletti, non pizza e fichi». Chi conosce De Rossi, sa che non parla mai per convenienza. Dice quello che pensa, fatto questo che in passato gli è costato anche qualche grattacapo (vedi quando in Nazionale si scagliò contro la tessera del tifoso). Non è tenuto a difendere Luis Enrique, non sta scritto sul contratto, non è un dirigente. Il suo pensiero è però anche quello dei suoi compagni. Ed è la ragione, o meglio una delle ragioni, per cui il tecnico non si arrende. La Roma deve comunque prendere in considerazione ogni eventualità. Anche quella, pessima, di un ko con il Napoli. A Trigoria sono convinti che Luis non se ne andrebbe allimprovviso, mettendo nei guai la società e gettando la spugna a tre giornate dal termine. In questa ipotesi, al momento decisamente remota, andrebbe in panchina Aurelio Andreazzoli, collaboratore di Luis (era arrivato con Spalletti) che ha il patentino di allenatore di prima categoria. In ogni caso, il futuro è incerto. E il presente un po triste.