La penna degli Altri 21/04/2012 11:40
Bufera su Conte
Ad accusare Conte - prima davanti al procuratore federale Stefano Palazzie poi, confermando tutto, davanti al procuratore di Cremona Roberto Di Martino-è un suo ex calciatore, Filippo Carobbio. Conte e Carobbio lo scorso anno erano insieme a Siena, squadra che vinse il campionato di B: il centrocampista racconta di aver avvisato l'allenatore di un tentativo di combine su almeno una gara della squadra. Non è chiaro quale sarebbe stata la sua reazione. Di certo non ha fatto quello che avrebbe dovuto: denunciare, tutto e immediatamente, alla procura federale. Per questo, se trovassero riscontro le parole di Carobbio, rischierebbe la squalifica.
La vicenda è evidentemente assai delicata. Non è un caso che la temperatura negli uffici della Federcalcio sia altissima. Dal punto di vista penale Conte non rischia niente: non si parla di soldi, nessuno lo accusa di essere stato promotore di una frode sportiva. E su questo, nei giorni scorsi, il procuratore Di Martino è stato esplicito. Diverso e molto delicato invece è il ruolo della società Siena. Gervasoni a verbale ha raccontato di sapere, seppur de relato, che il presidente del Siena, Mezzaroma, aveva pagato due giocatori del Modena per vincere la partita. Fatto questo che per Procura e Polizia va approfondito, poiché Gervasoni è considerato un testimone assolutamente attendibile, visto che fino a oggi le sue dichiarazioni, come quelle di Carobbio, sono state sempre riscontrate da dati oggettivi. Diversa è la questione per la giustizia sportiva. Il comportamento di Conte, stando alle accuse di Carobbio, andrebbe punito (almeno per i parametri utilizzati da Palazzi & co. l'estate scorsa durante il primo processo che vide la condanna dell'Atalanta). L'ex centrocampista del Siena aveva cominciato a collaborare con i magistrati già a febbraio. In occasione della partita Novara-Siena del 1° maggio, terminata con il risultato di 2-2, aveva raccontato di essere stato «contattato da Gegic e Ilievski», i due massimi esponenti dell'organizzazione degli Zingari. Gli slavi avrebbero chiesto un pareggio con l'over, almeno 3 gol segnati nella partita. «Io risposi che non ero interessato e che non avrei nemmeno giocato» spiega Carobbio che però sostiene che la combine sia comunque riuscita. «So che ci fu un contatto tra Vitiello del Siena e Drascek del Novara il quale avvenne nell'albergo che ospitava noi del Siena. Io li ho visti parlare. Non so poi cosa è successo, certo è che il pareggio sarebbe stato un risultato proficuo per tutti».
Il nome di Conte era già venuto fuori in maniera incidentale nelle due inchieste sul calcioscommesse: Antonio Bellavista contattava un giornalista sportivo per sapere «se il Siena di Conte era contattabile». Il giornalista ha poi raccontato di aver millantato. Più delicata la posizione dell'assistente di Conte (vice ai tempi del Siena), Cristian Stellini: in stretti rapporti con il factotum dei giocatori del Bari, Angelo Iacovelli (arrestatoa Cremona: l'uomo che portò gli Zingari in Puglia proprio tramite Carobbio), le intercettazioni dimostrano sapesse perfettamente cosa accadeva a Bari.
Conte per il momento non è stato convocato da Palazzi. Raggiunto in tarda serata da Repubblica, ha preferito non commentare, rimandando alla conferenza stampa di oggi nella quale ribadirà la sua totale estraneità ai fatti. Palazzi ha invece già convocato il presidente Mezzaroma. «I giocatori interrogati sono sereni? Noi parleremo con i deferimenti». Arriveranno a fine mese, al massimo ai primi di maggio. Del Siena ha parlato ieri anche Micolucci, il primo pentito di questa storia. Sul fronte Lega è stato deciso di istituire un comitato che dovrà dettare le linee guida che i club dovranno seguire per prevenire illeciti sportivi dei loro tesserati in materia di scommesse: codice etico per le società e nessuna variazione per la responsabilità oggettiva sui procedimenti in corso, come volevano molti presidenti tra cui Lotito. Petrucci: «Resta un caposaldo, nessuno la cambia a procedimenti in corso. I regolamenti li approva il Coni».