La penna degli Altri 06/04/2012 09:33

Baldissoni: "Roma, sarai fortissima"

 
LA STRUTTURA- I soci della cordata sono sempre quattro: DiBenedetto, Pallotta, Ruane e D’Amore. Ma gli ultimi due a Trigoria non si sono mai visti. E’ vero che l’uomo forte della proprietà è Pallotta? «C’è un gruppo di investitori. Inizialmente DiBenedetto è stato il più vicino alla trattativa e l’ha condotta in porto, dedicandole tempo. Poi Pallotta, avendo già delle società che si occupano di sport americani, ha avuto un ruolo più attivo inserendo nella società dei manager da lui selezionati (...) nell’ottica di sviluppo del business della Roma» . Potranno arrivare alla Roma i grandi giocatori, quelli che chiedono stipendi esagerati? «Noi non abbiamo un presidente magnate, un padre padrone della società. C’è una divisione dei ruoli. La formazione della squadra e la scelta dei giocatori è demandata interamente a Baldini e , i quali sono tenuti a rendere conto alla proprietà delle loro iniziative. La proprietà stessa tenderà a seguire le indicazioni dei manager, naturalmente rispettando la sostenibilità finanziaria degli acquisti» . I soldi ci sono? «Gli americani hanno i soldi ma li spenderanno con giudizio. Pochi giorni fa parlavo con Pallotta. Lui considera questo investimento un legacy asset , un bene da poter trasferire un giorno ai figli. Sente la responsabilità e in questo senso non intende inserire 

decine di milioni di euro ogni anno nella società per pagare i debiti. Ma non significa che loro non siano pronti a investire. Anzi. Dovranno investire per giustificare le spese. Se la Roma non diventa competitiva a livello internazionale, l’obiettivo di lanciare la Roma a livello mondiale non riesce. Una squadra che non vince, non viene riconosciuta a livello internazionale. Ma mi pare che la crescita si sia vista: c’è l’accordo con la Disney, c’è il progetto di un tour in Asia, stiamo lavorando». 
 
 
 

 
ESPANSIONE- Si parla di nuovi partner in arrivo, magari proprio dall’Asia: «Per il momento è in corso una ricapitalizzazione su cui stanno lavorando dagli Stati Uniti. Si stanno cercando però ulteriori investitori che abbiano un’importanza strategica. Stiamo valutando una penetrazione nei mercati asiatici, come la Cina ad esempio. E’ un’operazione che ci rafforzerebbe ed è condivisa da Unicredit, che ha la stessa visione di sviluppo degli americani».
 
STORIE- In un’intervista programmatica, non si è soffermato sulla strana vicenda dei dossier che hanno tirato in ballo lui, Baldini e la Roma: «Quando Baldini mi chiamò parlando di massoni, pensavo stesse scherzando. L’unico massone che conoscevo era quello della parodia di Corrado Guzzanti, che peraltro mi pare geniale. Ci sarebbe da ridere (...)» . Poche parole anche sul ricordo di un’altra trattativa americana che riguardò la Roma nel 2008, quella in cui George Soros arrivò a un passo dall’acquisto prima che la famiglia Sensi cambiasse idea: «Semplicemente e legittimamente dopo una lunga trattativa chi doveva vendere decise che non era conveniente vendere»