La penna degli Altri 06/03/2012 09:57
Sacchi: «Luis deve restare»
Cosa sta sbagliando Luis Enrique?
Errare humanum est. Luis Enrique paga il fatto di essere spagnolo e quindi di non conoscere a pieno il nostro campionato. Io rimango fermamente convinto che la dirigenza della Roma, quando ha deciso di prendere lui, ha fatto la scelta giusta. Una decisione coraggiosa e allavanguardia, sicuramente la migliore che potesse fare.
Dunque il progetto giallorosso continua a piacerle?
Quello che a Roma si sta cercando di fare è un qualcosa che esce dallanonimato del calcio italiano, e per questo è lodevole.
Ad oggi la Roma però occupa il sesto posto in classifica, ha solo 38 punti, distante 10 lunghezze dal terzo posto. È evidente che qualche cosa non stia andando per il meglio.
Quando la dirigenza giallorossa ha scelto di intraprendere questa strada sapeva benissimo che per raggiungere dei risultati, sia dal punto di vista delle vittorie sia da quello del gioco, della tattica, ci sarebbe voluto del tempo. Ed io ve lo confermo, ci vuole tanto tempo. Luis Enrique ne ha bisogno, non so se ci riuscirà, ma la strada intrapresa è quella corretta.
Ci vuole tempo, ma i tifosi sembrano spazientirsi. Si può quantificare questo tempo?
Questo non lo so. Posso dirvi però che io, in qualità di dirigente federale, mi auguro vivamente che la Roma vada sempre meglio e che riesca a raggiungere gli obiettivi che la società si è prefissata. La buona riuscita del progetto giallorosso amplierebbe la cultura calcistica italiana, portando una ventata di gioco generoso, offensivo e spettacolare. Una vera e propria medicina per il nostro calcio. In un movimento dove si guarda solo ed esclusivamente al risultato, anche nei settori giovanili, e non si dà importanza alla crescita dei singoli calciatori, allinsegnamento della tattica offensiva e al gioco di squadra.
Nel panorama calcistico italiano ci sono altre squadre a suo parere che potranno intranpredere la strada aperta dalla Roma?
Io mi auguro che in un futuro prossimo tutte le squadre italiane possano prendere spunto dal progetto romanista. Sarebbe la svolta per il nostro movimento, sarebbe sicuramente unepoca indimenticabile. Per questo è di fondamentale importanza che Luis Enrique e Baldini riescano nel loro intento.
Baldini, appunto, è tornato in giallorosso dopo tanti anni e lesperienza in Inghilterra al fianco di Capello. Qual è la sua opinione sul dg romanista?
Lo ritengo un grandissimo professionista. È sicuramente uno dei migliori, se non il migliore nel suo ruolo. Ha delle ottime idee e grande coraggio. È un futurista.
Ha detto chiaramente che bisogna dare tempo a Luis Enrique. Ma durante questo periodo quali sono le mosse, le contromisure da adottare per migliorarsi?
Lunica cosa da fare è trovare giocatori che abbiano un grande entusiasmo e che siano funzionali al progetto, allo stile di gioco dellallenatore.
Quindi i giocatori di adesso non hanno entusiasmo?
Non dico questo. Lentusiasmo è come la voglia di giocare, ce lhanno tutti. Però ci sono quelli che ne hanno di più degli altri. De Rossi dopo il derby ha dichiarato che a questa squadra servono dei campioni.
Quando parlava di funzionalità al progetto si riferiva allesigenza di acquistare giocatori affermati?
Un giocatore funzionale al progetto non significa che per forza di cose sia anche un campione. Questo tipo di giocatori o si ha la fortuna di trovarseli già in casa o si devono acquistare. Vi faccio lesempio del mio Milan. Va detto che io ebbi fortuna perché prima di me cera stato Liedholm che aveva dato già una certa impostazione alla squadra. Io arrivai e mi accorsi che dovevo solo trovare qualche giocatore che mi potesse dare quello che mi serviva, non chiesi i più bravi ma i più funzionali. Alla fine dellanno vincemmo lo scudetto, e non grazie ai campioni.