La penna degli Altri 04/03/2012 10:53
Quelle vigilie alla camomilla
Da Liedholm a Capello, da Di Bartolomei a Totti, ognuno ha il suo rito: chiamiamole scaramanzie. È quel «non è vero ma ci credo» che fa parte di ognuno di noi. Difficile pensare che gente come José Angel, Bojan e Lamela facciano gesti scaramantici prima di un derby. Difficile, anche perché non sanno a fondo cosa significhi giocare una partita come questa. Tutti però, per non sbagliarsi, prima della partita si mettono in cerchio abbracciati. Fa strano pensare come il posato Di Bartolomei, chiuso in una stanza con il suo silenzio, amava mangiarsi una barretta di cioccolato al latte prima di ogni partita, derby compreso. Portava bene, diceva. Ma era anche buona, vagli a dare torto.
E Giannini? Lui era talmente teso che aveva bisogno di una camomilla la sera prima del derby: il bisogno diventa abitudine, labitudine diventa rito scaramantico. Guai se il papà di tutti, Giorgio Rossi, non gliela portava: una volta gli ha dato il tè. Apriti cielo. Sè innervosito prima di berlo. E Totti? Francesco in questa settimana ha scelto di non parlare: allandata lo ha fatto e ha portato male. Poi, nei giorni che precedono la sfida con la Lazio, il capitano non esce di casa. È teso, non gli va di parlare, vuole solo rilassarsi in famiglia. E laltro capitano, De Rossi? Lui entra in campo e si fa due segni della croce. Sempre. Velocissimi. Un bacio verso il cielo e via. Montella era molto tranquillo, ma da buon napoletano, era avvezzo a qualche scaramanzia-religiosa: gli bastava baciare limmagine sacra della sua catenina. Il re delle scaramanzie, Liedholm. Bagnava con lacqua santa, che gli mandava la mamma di Perinetti, le maglie prima di ogni partita. Ecco un derby, la bottiglia si rompe nello spogliatoio.
Al festino si aggregava Rizzitelli, un altro che i derby li sentiva un bel po. Bere per dimenticare, il motto. La Roma di Zeman attuava una scaramazia di gruppo: faceva sempre il riscaldamento sotto la Sud (ha cominciato dopo i quattro derby di fila persi ovviamente...). E la Roma di Capello? Il tecnico di Pieris faceva finta di niente, diceva di non essere scaramantico ma lo era a livelli estremi, quasi come Liedholm.