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La penna degli Altri 25/03/2012 11:10

"Ora tutti dimostrino di meritare la Roma"

 PAURA - In realtà, Kjaer aveva già mandato in porta Ibrahimovic con una goffa deviazione qualche minuto prima del 2-1. Ma preferisce non accanirsi con un giocatore che ha voluto fortemente. Ed è giusto così perché questa sconfitta ha anche altri colpevoli. «Ho il timore - spiega il ds - che si pensi troppo all’anno prossimo. Invece nelle nove partite che restano dobbiamo fare dei risultati per definire l’organico del futuro. Chi gioca nella Roma, anche adesso, deve dimostrare di essere da Roma. E’ vero che la Roma è un cantiere aperto, ma è anche vero che ci aspettiamo subito risposte dai calciatori. Dobbiamo diventare al più presto qualcosa» .  

LA CORSA - Anche se la fine si avvicina e la si allontana, non cancella l’ipotesi: «Non penso che questa partita ci tagli fuori, non mi pare che il terzo posto possa essere definito un’utopia. La squadra deve immediatamente resettarsi e ripartire. Il nostro dovere morale è fare il massimo ogni settimana» . Contro il Milan, su questo piano, torna a casa soddisfatto: «Il piglio con il quale abbiamo affrontato la partita è stato giusto. Semmai siamo stati troppo timidi nel primo tempo. Dopo l’intervallo siamo cresciuti come personalità, ci siamo procurati delle occasioni importanti, abbiamo lavorato molto bene. Purtroppo abbiamo pagato una distrazione nei minuti finali, quando il livello di attenzione deve essere più alto del solito» . Se il campionato durasse un tempo, la Roma sarebbe in testa: «E’ un dato in qualche misura confortante. Significa che parzialmente siamo competitivi. Ma qualcosa succede se non riusciamo ad essere continui. Sta a Luis Enrique trovare la soluzione del problema. E sicuramente la troverà» .
 
MAZZOLENI - Come al solito la Roma non accusa l’arbitro, che si chiama come l’amministratrice appena “esonerata”, ma l’immagine del fallo di El Shaarawy su Heinze «Kjaer ha sbagliato sul 2-1 di Ibra. Non possiamo concedere certi gol, ma Simon era stato perfetto...» (...)La chiusura è una protesta contro il destino: «Un pareggio, almeno, avrebbe legittimato le speranze di una piccola rincorsa. Invece ora dobbiamo rialzarc. Per l’undicesima volta, coppe escluse.