La penna degli Altri 09/03/2012 08:08

Di nuovo Bo-La-Bo Attacco bambino per tornare a vincere

Il precedente L’asturiano è pure recidivo. Il Bo-La-Bo lo varò già a Genova, il 26 ottobre scorso, e allora sembrò uno scandalo. Lasciò in panchina Osvaldo e Borriello. Però, ne venne fuori una delle partite più belle (e sfortunate) della sua Roma: vinse il 2-1, ma in modo rocambolesco, segnò il suo primo gol con la maglia giallorossa, e al termine della gara, pur apprezzando il coraggio di Luis Enrique, la critica sentenziò: «Troppi tre giovani, ne bastavano due». Da allora, non si è più azzardato. Bojan, Lamela e si sono rivisti in campo insieme in altre due occasioni, maa partita cominciata: 6’ a Catania prima della sospensione, 26’ a Siena in un finale pieno di attaccanti, con Lamela arretrato a centrocampo. In totale, hanno giocato insieme 102’, poco più di una partita.

L’emergenza Domani, a Palermo, più che un atto di coraggio, Luis Enrique dovrà fare di necessità virtù. Assente Osvaldo per , assente quasi sicuro per infortunio, dati in prestito Borriello e Okaka, gli restano solo i ragazzi. E, quindi, ancora una volta scenderà in campo una Roma bambina, perfettamente in linea con l’ormai celeberrimo Progetto. Lo ha ricordato ieri anche Luis, al sito ussoccerplayers. com: «La Roma quando mi ha assunto pensava soprattutto ai giovani. Abbiamo bisogno di rinforzi ma siamo concentrati sui giovani». Poi, ha aggiunto, casomai qualcuno se ne fosse scordato: «DiBenedetto sapeva della mia mentalità offensiva e che avrei cercato di far divertire i tifosi. È l’unico modo che conosciamo per giocare. A fine stagione vedremo come sarà andata».

I nipotini E domani vedremo come se la caveranno i tre studentelli. Bojan Krkic l’introverso, 21 anni, sei mesi e 10 giorni, quattro gol e pochi altri acuti in un anno di difficile ambientamento. Erik Lamela lo spaccone, 20 anni e cinque giorni, voleva spaccare il mondo, appunto, ma si è intristito pure lui. il secchione, 20 anni, 11 mesi e nove giorni, tanti voti alti e tanta invidia dai compagni. Sono i nipoti di DiBenedetto.Nonno Tom, beato lui, continua a credere nella Roma: «Puntiamo in alto. Il nostro primo obiettivo è vincere». Magari più in là.