La penna degli Altri 02/03/2012 09:02
Compirà ventanni quel giorno

Nato il 4 marzo, Erik. E oggi ci sta più bene che in altri giorni. Oggi che è tornato a Roma dalla Svizzera con tanta esperienza in più, con gli occhi pieni delle prodezze di Messi e persino con un paio di scarpini del giocatore più forte del mondo. E chissà che non gli portino fortuna domenica contro la Lazio, magari per cercare il secondo gol in campionato dopo quello, splendido, contro il Palermo allesordio. Lui ci spera e ci crede soprattutto, anche per mettersi alle spalle queste ultime settimane un po così. Così nel senso che, dopo aver strabiliato tutti nei suoi primi mesi romani, Lamela sembra - è - un po in affanno. Gli manca il gol, ma gli mancano anche quegli spunti e quelle accelerazioni in grado di dare una svolta alla partita. Lui lo sa. È il primo a sapere quanto e come deve crescere. E a Goal.com dice: «Il mio pensiero è vincere qualcosa con la Roma. Mi piacerebbe molto». Senza andare troppo in là con i pensieri, basta iniziare dal derby di domenica. Luis Enrique, nonostante la prova opaca di Bergamo, sembra orientato a dargli ancora fiducia. E lui per il tecnico spende parole importanti: «Luis Enrique è un vero amante del calcio, questo è ciò che lo rende unico». Unici come sono anche Totti e De Rossi: loro lo considerano un grande giocatore in grado di diventare un campione assoluto, Erik ricambia la stima: «Francesco mi ha fatto subito sentire a mio agio, è stato molto gentile. Lui è conosciuto in tutto il mondo, non servono altre parole per raccontarlo. Lui e Daniele sono i primi tifosi della Roma, soffrono quando le cose non vanno bene, proprio perché ci tengono enormemente a questa maglia. Sono due veri leader in campo e posso assicurare che si fanno sentire». De Rossi e Totti gli hanno spiegato bene cosa sia Roma, ma Lamela, col passare dei giorni, se ne sta accorgendo da solo: «Mi sento bene, come se fossi a casa mia. Adoro la passione dei romanisti. Il cibo? Mi piace tanto, la carbonara in particolare. Poi il clima, a Roma è spettacolare. E poi è incredibile girare per la città, ci sono dei monumenti pazzeschi, come San Pietro, e ci sono angoli incredibili». Lui li visita spesso, con gli amici, con la fidanzata e, quando ci sono, anche con i genitori e i fratelli. Sono loro che gli stanno vicini quando le cose non girano come dovrebbero.
Come in queste settimane, appunto, in cui Lamela paga ladattamento al calcio italiano. Lui lo spiega così: «Direi che la differenza più evidente, a livello di gioco, è che il calcio europeo è più ordinato rispetto a quello argentino e, qui, si tocca di più la palla. Il tocco con la suola? È una cosa che faccio distinto, probabilmente il fatto di aver giocato a calcetto mi ha facilitato in questo particolare tocco». Un tocco che ha già fatto scoccare la scintilla a tutti i romanisti. Adesso ci vorrebbe una grande prestazione o un gol domenica e lamore sarebbe definitivo. E totale